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sabato 23 gennaio 2010

Museion a caccia di consenso


Alto Adige — 22 gennaio 2010 pagina 38 sezione: SPETTACOLOCULTURA E SPETTACOLI

Passa dal rapporto con le collezioni private e gli sviluppi della scultura in arte plastica contemporanea la strada che il Museion vuole intraprendere nel 2010 per lasciarsi alle spalle la malevola etichetta di «cattedrale del deserto» e approdare ad autentica «piazza urbana per Bolzano». Un cartellone stagionale denso quello presentato ieri nell’imponente cubo che apre idealmente le porte alla città, proponendosi come cuore artistico e, perché no, motivo d’orgoglio. Un programma che sembra sancire l’abbandono della stagione delle ristrettezze economiche e guarda con interesse ai giovani. Sono proprio i fruitori del futuro che possono per primi saltare l’ultimo ostacolo per fare del Museion una coccarda sulla giacchetta cittadina e non solo il contenitore della famigerata rana inchiodata. Collezioni e scultura, dunque, i poli artistici di riferimento del 2010. Il primo filone vedrà la luce in primavera con la mostra «Che cosa sono le nuvole? Opere della collezione di Enea Righi» (21 marzo - 19 settembre, pianoterra, 2° e 3° piano, casa atelier) che porterà nel Museion una delle collezioni più prestigiose dell’arte contemporanea, mostrata finora solo ad Avignone. Per l’occasione si punterà al coinvolgimento del pubblico più diffidente con la presenza di autentici mediatori artistici che contestualizzeranno e spiegheranno la mostra. Corollario dell’allestimento di Enea Righi, dal titolo che rimanda al regista Pasolini, sarà la collaborazione con il Filmclub, così come una tavola rotonda sul rapporto tra collezione privata e luogo pubblico. Aiuterà la riflessione, in autunno, l’esposizione della collezione di Museion allestita da Stefano Arienti e Massimo Bartolini (dal 30 ottobre al 2011), giovani artisti che vantano collaborazioni importanti con il Palazzo Ducale di Mantova e la Biennale di Venezia. Rilevante lo spazio dedicato alla pittura piè fisica e materica, inaugurato oggi dall’artista, non a caso bolzanino, Robert Pan con la sua «Constellation» (fino al 7 marzo al pianoterra). Seguirà l’esposizione di una macchina a vapore del tutto particolare realizzata da Micol Assál (7 febbraio - 2 maggio), artista che indaga nel profondo il rapporto tra arte e scienza e che creerà un campo elettrostatico nell’ambiente del quarto piano. Prevista una cooperazione con l’Eurac che proporrà una tavola rotonda sul rapporto tra scienza e arte. Doppia festa, invece, il 28 maggio con l’inaugurazione della mostra di Nico Vascellari e Gabriel Kuri, altri due giovani affermati. Il primo, in esposizione fino al 22 agosto, propone al pianoterra una scultura monolitica imbevuta di hard-core e offrirà al vernissage uno spettacolo musicale. Il messicano Kuri, invece, esporrà al quarto piano fino al 15 agosto e partirà da oggetti di uso quotidiano per aprire una riflessione sui grandi temi del consumismo e dell’economia. Chiude la pagina della scultura Isa Genzken (11 settembre - 9 gennaio), vero faro in continua evoluzione dell’arte plastica contemporanea che si sofferma sul meccanismo per cui gli stili estetici influenzano ideologie politiche e sociali. Il Museion, inoltre, andrà in trasferta a Milano, dove supporterà il progetto della no-profit «Peep Hole» con un’opera di Alicja Kwade (da marzo a maggio nel capoluogo lombardo). Soddisfatto il commento della direttrice del Museion Letizia Ragaglia: «I visitatori sono stati 36.038, con grande coinvolgimento delle scuole e guardare al futuro è fondamentale. In settembre abbiamo registrato l’88% di ticket ai turisti mentre a novembre il 52% erano residenti. L’evento più importante è stata la Notte dei Musei con 4.827 ingressi». Segno che la città ha voglia di conoscere il Museion: «Dobbiamo avvicinare i ”diffidenti” e penetrare nelle strutture della città. Da qui le molteplici iniziative e le collaborazioni con Eurac, Lub e Hotel Laurin. Per Bolzano intendiamo essere una piazza urbana. Finalmente, infine, contiamo di distribuire dei benefit economici senza rimanere ingessati nel ruolo di filantropi». - Alan Conti

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