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mercoledì 24 febbraio 2010

Giovani architetti...


Più che dare spazio ai giovani, forse, lo spazio è meglio farglielo organizzare. Presentato ieri pomeriggio in via Portici il progetto degli studenti del corso di laurea in ingegneria edile e architettura dell’università di Trento, che sotto la guida del docente Giuseppe Scaglione e di Thomas Demetz hanno interpretato la Bolzano del futuro. Base di partenza il recente Masterplan approvato dal Comune: i singoli gruppi di lavoro, infatti, si sono mossi lungo le direttive del rapporto tra la Zona Industriale e il resto della città, previo spostamento dell’autostrada, così come un attento sguardo al futuro del discusso Virgolo. Ne è uscita una fucina d'idee presentate al vecchio Municipio e all’assessore all’urbanistica Chiara Pasquali in un’apposita tavola rotonda.
Il primo progetto degno di nota è quello formulato da Deborah Bosco, Eletta Acler e Stefania Weber. “Siamo partite – raccontano – dall’analisi dall’alto del pattern (disposizione e morfologia) dei terreni agricoli intorno alla città, cercando di riprodurne le geometrie nella distribuzione degli edifici lungo via Galvani. Il presupposto, ovviamente, è lo spostamento dell’A22, lo sfruttamento del nuovo spazio e il mantenimento dell’impalcamento autostradale. Abbiamo, così, progettato una disposizione particolare degli edifici nella zona, con una destinazione d’uso di tipo misto tra uffici, negozi e residenziale”. A superare le forche caudine della legislazione l’effetto visivo è notevole. C’è spazio anche per un cioccolatino alla città: “Lavorare su un contesto per noi scevro di preconcetti è stato stimolante. Certo che Trento ha molto da imparare da Bolzano dal punto di vista della progettazione urbanistica”.
Il tasto più delicato, però, è sicuramente quello toccato da Marco Bazzanella e Alessandro Dall’Armi: la riqualificazione del Virgolo. “Premettiamo subito che si tratta di un’idea alquanto costosa, ma che potrebbe rendere questa collina parte della città, in un contesto di avanguardia. Anziché costruire sulla cima del Virgolo, infatti, abbiamo pensato di partire attraverso un sistema interno alla collina. Sfruttando la dismissione delle arterie e delle gallerie si possono scavare all’interno nuovi spazi per locali, punti di ritrovo, sale da ballo e un ascensore che permetta la risalita, senza bisogno di funivie. All’esterno, invece proponiamo una disposizione degli edifici in armonia con il flusso dell’Isarco e una serie di affacci panoramici terrazzati per i locali all’interno. In cima, invece, punteremmo sulla riqualificazione del campo sportivo e la creazione di una zona ricreativa per la cittadinanza”. Un progetto che potrebbe fondersi con un sistema di edifici aderenti alle pareti della collina pensato dal team Bosco, Acler e Weber.
Sempre la nuova zona di espansione al centro dell’analisi ecologica di Silvia Voltolini e Chiara Bertolo. “Anche qui la partenza è stata lo studio del pattern agricolo, con la predisposizione di un parco verde in Zona Industriale all’insegna dell’ecosostenibilità. Ecco, quindi, percorsi nel verde, circuiti pedonali e ciclabili con lampioni fotovoltaici a forma di albero. Ci potrebbe essere spazio anche per un polo tecnologico e l’utilizzo dei vecchi binari aziendali dismessi potrebbe servire alla creazione di un collegamento tra l’uscita dell’A22 e il Centro storico: un modo per facilitare la gestione del traffico, per esempio, durante il Mercatino”.
Idee innovative e moderne che portano un arricchimento lungo l’architrave del Masterplan. Mai come stavolta, quindi, vale la pena di affidare un poco di spazio ai giovani.

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