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giovedì 25 febbraio 2010

Parte medicina d'emergenza


Alto Adige — 24 febbraio 2010 pagina 15 sezione: CRONACA

BOLZANO. Ha fatto parlare di sé ancor prima di essere inaugurato, ma ieri per il nuovo Istituto per la Medicina di emergenza in montagna, promosso dall’Eurac, è arrivata l’inaugurazione. Un appuntamento che ha coinvolto anche il presidente della Provincia Luis Durnwalder, accorso a battezzare un ambizioso progetto scientifico che si pone l’obiettivo di coordinare e far crescere la medicina d’emergenza in quota. «A livello mondiale non esiste niente di simile - specifica il nuovo presidente dell’istituto Hermann Brugger - e Bolzano diventerà così un centro d’eccellenza». Alla rivista “Academia” dell’Eurac, però, lo stesso Brugger ammette la presenza di una struttura analoga presso l’università del Colorado. Gli obiettivi del neonato istituto, comunque, saranno ad ampio respiro: dalle classiche analisi per migliorare tempestività e accuratezza dell’intervento alla ricerca di metodologie che possano affinare gli strumenti di diagnosi e terapia in situ. «Uno dei primi oggetti di studio sarà l’ipotermia». Proprio l’ipotermia è stata la condizione cui sono stati indotti 29 maiali anestetizzati e seppelliti nella neve a 1900 metri per studiarne le reazioni. Un episodio che scatenò la reazione delle associazioni animaliste. Hermann Brugger è particolarmente duro sull’accaduto: «La libertà scientifica non è garantita quando si registra un gap informativo di questo tipo. La sperimentazione era completamente a norma secondo i dettami della Dichiarazione di Helsinki e autorizzata dal ministro austriaco». Lo stesso governo che pochi giorni dopo dispose l’interruzione della ricerca. Sulla rivista inglese “Nature”, però, Brugger è stato più esplicito, buttandola sul sensazionalismo: «È stata tutta colpa della stampa che ha alimentato lo scandalo, seguita da tv e radio. Non solo, molti scienziati e politici sono rimasti in silenzio, negandoci il supporto. Fa impressione, comunque, che nei giorni del terremoto di Haiti le prime pagine parlassero del nostro esperimento». Tornando all’attività dell’istituto: «Raccoglieremo tutte le informazioni in merito alla frequenza, al tipo di trattamento e la prognosi di specifiche malattie come ipotermia, assideramento e traumi. In questo modo si possono creare griglie di riferimento relative ai fattori di rischio e mettere a confronto le diverse misure adottate per il salvataggio». Nel team dell’istituto ci sarà anche Giacomo Strapazzon, specialista in medicina interna e medico del soccorso alpino. Soddisfatto per la nuova iniziativa anche il presidente della Provincia Luis Durnwalder: «La nostra è una realtà di montagna, contrassegnata da una popolazione sportiva e da 5,4 milioni di turisti che arrivano per visitare le nostre bellezze naturali. Questo determina delle responsabilità per le istituzioni, ma la stessa sicurezza può essere un fattore spendibile sul mercato del turismo. L’Eurac nasce come rampa di lancio dell’ateneo prima, e per supplire i rami del sapere che non vantano una facoltà alla Lub poi: in questo senso il nuovo istituto rappresenta un fiore all’occhiello, con un direttore di caratura internazionale che ci garantirà contatti con le eccellenze mondiali del settore». Positivo anche il giudizio di Stephan Ortner, direttore dell’Eurac: «La medicina d’emergenza è un ponte ideale tra le varie discipline e concorrerà alla crescita dell’Eurac. Importante la collaborazione col Tis: coinvolgeremo tutta la tecnologia alpina industriale del territorio». - Alan Conti

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