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mercoledì 10 marzo 2010

L'esortazione del Vescovo "abbattere tutti i muri linguistici e religiosi"


Alto Adige — 09 marzo 2010 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. Tutti insieme, senza distinzioni né barriere. La messa con cui il vescovo Karl Golser ha celebrato ieri per il primo anno di episcopato può essere letta come un vero e proprio concentrato del messaggio trasmesso in questi dodici mesi al vertice della Diocesi. Un’omelia che invita esplicitamente ad abbattere tutti i muri che dividono i fedeli di questa terra, da quelli religiosi a quelli linguistici, senza dimenticare un delicato riferimento alle donne, nel giorno della loro festa. Tra il pubblico che ha gremito il Duomo in modo insolito se si considera l’orario mattutino di un giorno lavorativo si sono mischiati uomini di chiesa, forze dell’ordine e giornalisti fino ai più comuni fedeli, italiani, tedeschi e qualche straniero. Anche l’uditorio, in qualche modo, si fa simbolo del messaggio forte di questo episcopato: convivenza e fratellanza. Forti anche le parole scelte da Golser sull’altare: «Il mio motto è “Cristo è la nostra pace” e su questo baso questo mio cammino. In un testo di Isaia si dice che Dio è più grande di tutte le sue singole espressioni e per questo dobbiamo dialogare con tutti e cercare di appianare le differenze sociali e culturali». Una porta spalancata nei confronti di altre religioni che sempre più diventano realtà di questo territorio. «Con la sua crocifissione Gesù ha buttato giù il muro delle divisioni: una volta accettato il Cristo uomo e donna, povero e ricco sono tutti fedeli senza distinzione alcuna. Lo stesso vale per la lingua». Un pensiero, come detto, è stato dedicato anche alle donne: «Nel giorno della loro festa invito a percorrere decisi la strada della parificazione senza dimenticare i diversi e complementari ruoli affidati a uomini e donne». Precisazione forse dovuta nella blindata gerarchia ecclesiastica maschile. Parole che convincono politici e istituzioni, ma che raccolgono ampi consensi anche tra i fedeli. Edwige Herbst promuove il primo anno di episcopato: «Conosco da poco Golser, ma devo dire che non sta sbagliando una mossa. La convivenza? Bene i messaggio, dobbiamo rispettarci tutti e speriamo che Dio ci aiuti». Concetto ribadito da Elisabeth Rottensteiner: «Fa bene a volere la pace per tutti. Ce n’è bisogno in questo mondo. Un pregio di Golser, comunque, è la capacità di interessarsi di diversi argomenti, esprimendo un’opinione precisa che possa guidare i cristiani altoatesini». Franz Keschbaumer è un cappuccino e non ha voluto mancare alla messa di anniversario. «Grande vescovo, capace di incontrare il favore di ampi strati della chiesa provinciale». Lucia è la voce di Radio Sacra Famiglia e di Golser prova a dare un giudizio anche “professionale”: «La sua disponibilità verso il mondo della comunicazione è una grande dote. La possibilità per i fedeli di apprendere la opinioni dei vertici della Chiesa locale anche sul giornale o alla tv, senza dover aspettare la classica omelia, regala a questa Diocesi più capillarità sociale. Senza dimenticare che il messaggio è altrettanto importante: la convivenza può ricevere un impulso importante con questo Vescovo». Suor Elisabeth, scesa da Vipiteno, è più cauta: «E’ passato solo un anno e aspetterei a dare dei giudizi definitivi. Detto questo, però, è indubbio che il cammino intrapreso mi sembra proprio quello giusto». Chiusura dedicata al colonnello dei carabinieri Giacomo Barone: «Golser è un amico che conoscevo già prima della sua investitura. Sulla sua guida pastorale è stato già detto tutto, posso aggiungere che dal punto di vista umano si tratta di una persona eccezionale e di un teologo di altissimo profilo». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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