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lunedì 12 aprile 2010

Il Comune: no alla tariffaria nei nidi


Alto Adige — 11 aprile 2010 pagina 15 sezione: CRONACA

BOLZANO. E’ scontro aperto tra Comune e cooperative per il complicato rapporto tra asili nido comunali e microstrutture gestite dalle coop. Il presidente di Federsolidarietà Paolo Tanesini accusa il Comune di mantenere in piedi strutture (gli asili nido) troppo costose e incapaci di essere flessibili in termini di orari e tariffe. Ieri - giornata delle porte aperte - la replica dell’assessore comunale alle politiche sociali Patrizia Trincanato e del direttore dell’Assb Bruno Marcato. «Le dichiarazioni di Tanesini - attacca Trincanato - sono prive di fondamento. La questione della chiusura estiva è una falsa informazione dato che le strutture dei nidi chiudono a rotazione. Non solo, quando si chiede di rivalutare le fasce di reddito per le tariffe non si calcola che solo il 2% delle famiglie, pari a 6 unità, paga la retta massima di 310 euro, mentre il 31%, ovvero 96 nuclei familiari, gode del prezzo minimo di 88 euro. Nel mezzo ci sono 206 bambini, pari al 67%, che pagano cifre diverse in un range complessivo di addirittura 20 fasce: mi sembra più che sufficiente. Sul tempo prolungato fino alle 18, inoltre, le tariffe vanno da un minimo di 105 euro a un massimo di 422». Per qualcuno, però, le graduatorie sono un’incognita: «Guardi, nel 2009 abbiamo soddisfatto il 91% delle richieste (387 bambini) contro il 9%, ovvero 37 bimbi, rimasti fuori. Il vero problema sulle tariffe, semmai, è legato al discorso del finanziamento e alla volontà di uniformare anche l’asilo nido sulla tariffa oraria che potrebbe portare al rischio concreto di aumento dei costi gravanti sulle famiglie. Le strutture, infatti, in qualche modo vanno pagate. In un momento di crisi non mi sembra il caso». Tanesini, comunque, propone di bloccare lo sviluppo dei nuovi nidi in favore delle microstrutture. «Per noi non è una soluzione percorribile». Marcato, intanto, si dedica a un’analisi dei costi: «Dire che le coop costano di meno è come scoprire l’acqua calda. Logico che un appartamento singolo richiede meno risorse di edifici più complessi, così come il personale ha contratti a volte più bassi. Non solo, nel nido, per esempio, quando si deve far fronte a una maternità o altri costi sociali tutto grava sulla gestione, mentre le coop possono poggiare sull’Inps. Non scordiamoci, comunque, che Bolzano è l’unica realtà italiana dove gli asili nido rientrano nel settore sociale e non in quello pedagogico-educativo». Insomma asili nido e miscrostrutture un poco come i “fratelli coltelli”: ci si affanna a minimizzare le contrapposizioni, ma nelle sfumature si coglie un pizzico di competitività di fondo. Ieri giornata delle porte aperte anche operatori e genitori hanno voluto dire la loro. «Le differenze contribuiscono ad accrescere l’offerta - dichiara Bruna Baldo, coordinatrice dell’asilo nido “il Sole” di via Milano -. Da una parte, infatti, abbiamo edifici più grandi e consoni, dall’altra la possibilità di modulare l’orario. Dire che il nido non copre il periodo estivo non corrisponde al vero. Ogni struttura, infatti, chiude per un mese, però tutto è organizzato a turn-over in modo che sul territorio ci sia sempre un asilo aperto dove, per le famiglie che lo richiedono, si può mandare il bambino per l’estate. Le liste d’attesa chilometriche, infine, sono un altro falso mito: solo al “Sole” soddisfiamo ben più dell’80% delle richieste». Ci sono poi degli aspetti professionali che differenziano le due soluzioni, come spiega l’operatrice Mara Spadina: «E’ vero che l’asilo ha orari fissi, però abitua i bambini a dei ritmi quasi “scolastici” che dovranno affrontare più avanti. Il rapporto operatori-bambini, comunque, è di 1 a 6 per i lattanti e 1 a 8 per gli altri: non tanto più alto di quello delle microstrutture». - Alan Conti

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