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mercoledì 5 maggio 2010

I clienti: market aperti la domenica


Primo maggio festa dei lavoratori e dei commercianti divisi. Continua a far discutere, infatti, l’apertura di sabato di una sessantina di negozi in Centro. Chi ha lavorato descrive la giornata come una delle più fruttuose a livello di incasso, chi ha chiuso le saracinesche, invece, parla di affluenza commercialmente irrilevante. Stesso discorso per i dipendenti: chi è andato al lavoro giura di averlo fatto senza pressioni, mentre chi è rimasto a casa ringrazia la scelta dei principali. A taccuino chiuso, però, non sono rare le ammissioni per cui “sì, abbiamo potuto scegliere, ma molto meglio eseguire gli ordini dall’alto”.
Herbert De Gasperi, responsabile del negozio “Oberrauch Zitt” fornisce un’analisi dettagliata. “Il Primo maggio è andato discretamente bene. L’affluenza è stata buona e l’incasso apprezzabile. In generale, però, preferisco le aperture collettive: o tutti o nessuno. Solo in questo modo, infatti, non disorientiamo il Consumatore che, comunque, non ha prestato molto orecchio alla richiesta di sciopero degli acquisti. I ristoranti? Anche loro sono lavoratori, ma è ovvio che se rimangono aperti contribuiscono a perfezionare un contorno più appetibile”. Male, invece, l’apertura serale di venerdì: “Non c’è stato battage pubblicitario e si è rivelata un buco nell’acqua. Funziona di più in occasione dei saldi, dove i clienti possono pure risparmiare”. La commessa Haruni Fiore conferma la disamina: “Meglio sabato di venerdì, soprattutto per quanto riguarda i turisti tedeschi, meravigliati e contenti dell’apertura nella festa dei lavoratori. Siamo addirittura riusciti a vendere dei completi, mentre di solito vanno solo i capi singoli. I bolzanini, invece, hanno guardato tanto e comprato poco. Pressioni? Nessuna, i vertici ci hanno fatto scegliere in piena autonomia. L’anno scorso rifiutai e nessuno me lo rinfacciò, quest’anno ho preferito guadagnare qualcosa in più”.
Domande glissate da “Limoni”, profumeria aperta sabato, mentre da “Foot Locker”, oltre al silenzio ufficiale, ci fanno sapere che “dopo quattro anni di aperture alla festa dei lavoratori, sabato abbiamo registrato il record di presenze e incassi”. Impressione confermata da Monica Cavicchioli, commessa di “Nara Camicie”: “Abbiamo lavorato molto bene perché il Centro era davvero pieno di gente. Turisti e bolzanini si sono alternati e noi abbiamo fatto di necessità virtù”. Buoni affari pure da “Gostner”: “Negozio pieno e un buon numero di vendite” spiega la commessa Simona Kasmanova. “Il sabato è sempre un giorno importante e con un buon volume di clientela. La festa dei lavoratori non ha fatto eccezione”.
C’è, però, un nutrito drappello di negozi che di aprire nella giornata festiva non ne ha voluto sapere. “Iana” è uno di questi: “Ci abbiamo provato lo scorso anno – dichiara Felicia Mutinelli – e non è stato di certo un successo commerciale. Quest’anno ci è sembrato opportuno abbassare la saracinesca e siamo tutti molto contenti della scelta”. Ha fatto rumore, però, la chiusura di “Sportler”: vero e proprio orientamento aziendale. “Per noi – ci spiega il responsabile Peter Oberschartner – oltre agli utili contano anche i valori della famiglia e dell’affetto verso i dipendenti. Ci sembra giusto consentire a tutti di poter passare almeno le festività in casa, con mariti, mogli e figli. Non ci piace la corsa al guadagno che passa sopra a tutto e seguiremo questa linea per qualsiasi giorno festivo, comprese, quindi, le domeniche”. Una scelta che non ha lasciato molti rimpianti: “Dal punto di vista commerciale – termina Oberschartner – ritengo che non ci fosse in Centro un’affluenza tale da legittimare incassi record. Non solo, per esperienza penso che le iniziative veramente valide siano quelle che coinvolgono tutti gli esercizi. Quando è solo un terzo di loro a rimanere aperto, come sabato, è molto difficile, al di là delle dichiarazioni, centrare un successo clamoroso”.

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