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mercoledì 5 maggio 2010

Rainerum: fiori e canti per Daniels


Il dolore che si tampona con la fede e con i bei ricordi. E’ questa la strada intrapresa dal liceo “Rainerum” nel primo giorno senza Daniils Dmitrijevs, il 16enne falciato venerdì scorso da un’auto in corsa mentre faceva una passeggiata in bicicletta con il padre. “Dania”, questo il suo nomignolo, a scuola era conosciuto praticamente da tutti e sui televisori sparsi per la struttura di via Carducci campeggiava ieri la sua foto con l’amato gatto KitKat. I ragazzi si fermano: qualcuno manda un saluto, qualcuno una preghiera. Sul suo banco, invece, sono stati depositati dei mazzi di fiori. Don Gianfranco Ferrari, insegnante di religione e voce storica della scuola, ci racconta la difficile mattinata: “Il clima è pesante, ma stiamo cercando di aiutare i ragazzi nell’elaborazione del lutto attraverso la fede. Abbiamo anticipato a oggi la consueta preghiera del martedì e alla funzione di domani manderemo il coro dei nostri ragazzi. Ci sembra un gesto doveroso”.
Segnato dalla tragedia pure il dirigente Fabrizio Mattevi. “Ricordo bene Daniils: era uno di quegli studenti che si fanno notare per la loro voglia di fare. Fu uno dei promotori dell’iniziativa “Officina della chimica” e aveva creato personalmente il flyer di presentazione. Gli avevo dato una mano per migliorarlo graficamente e alla presentazione del progetto, due settimane fa, era raggiante. Non solo, era tornato da poco da un soggiorno in Germania, nei pressi di Stoccarda, per imparare il tedesco. Il giornale locale ci aveva appena inviato copia del loro articolo”. Ora, però, bisogna guardare ai compagni di classe e al loro dolore. “Durante la prima ora di lezione il professore d'italiano ha fatto scrivere qualche riga di ricordo per farli sfogare. Alla preghiera di questa mattina, invece, abbiamo letto il suo ultimo tema sul concetto di diversità: è stato toccante. Il coro della scuola, nel frattempo, sta facendo le prove per i canti della funzione funebre di domani (oggi) pomeriggio, quando la scuola, logicamente, rimarrà chiusa”. Una classe ferita, ma capace di compattarsi: "Sabato, appena saputo della tragedia, hanno deciso di trovarsi tutti alle 16, chiamando anche i professori. Non c’era un motivo particolare, hanno solo voluto stare insieme in un momento difficile". La conferma arriva dall’insegnante dìinglese e coordinatrice di classe Dagmar Lenzen: “Ci si fa forza con la vicinanza. Si piange sulle spalle del compagno, ma si va avanti. Daniils era davvero molto amato: il classico ragazzo intelligente con mille interessi. Di lui mi ricordo in particolare il suo disprezzo per il pericolo. Era appassionato di parkour e sembrava che nessuna sfida potesse intimorirlo. Anche ieri, nella camera ardente, ho riconosciuto in lui un sorriso beffardo che, in parte, mi ha rincuorato”. Daniils, comunque, sapeva farsi valere anche sui libri: “Si è detto della sua passione per le scienze, ma le lingue rientravano ugualmente tra i suoi interessi primari. La famiglia, infatti, probabilmente perché straniera, dava particolare importanza alle nostre materie. Ricordo, per esempio, quanto suo padre era fiero quando Daniils imparava vocaboli d'inglese dal cinema o dal web”. Era al Rainerum che il ragazzo aveva trovato la sua dimensione: “Alle medie aveva avuto qualche screzio con alcuni compagni che lo prendevano di mira per le sue origini. Qui, invece, era tra i leader dell’istituto e tutti lo stimavano. Non era il classico “secchione” che sta in disparte chinato sui libri, ma capitava che il giorno prima del compito in classe ti inviasse una mail chiedendoti il programma nel dettaglio. Ci teneva molto”. Non è facile, comunque, essere insegnanti in questi frangenti: “Noi e la classe siamo tutti sulla stessa barca e sparisce il confine tra professore e studente. Ci incoraggiamo a vicenda”.
La scuola, comunque, si sta già attivando per ricordare il ragazzo anche in futuro. “Stiamo valutando – conclude il dirigente Mattevi – se vi siano le condizioni per intitolargli il nuovo laboratorio di chimica”. “Comunque vada – chiude un compagno – nella nostra classe rimarrà sempre un banco vuoto per lui. Fino in quinta, poi lo porteremo per sempre nel nostro cuore”.

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