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lunedì 10 maggio 2010

Via Torino: una rete tra vicini per aiutare gli anziani


Alto Adige — 09 maggio 2010 pagina 18 sezione: CRONACA

BOLZANO. L’idea è semplice: creare una rete di buon vicinato che vigili discretamente sugli anziani che vivono da soli ad Europa Novacella, il quartiere con la più alta percentuale di abitanti over 65 (il 27%). Sarà anche retorica, ma è proprio vero che molte volte il miglior amico può essere il vicino di casa. Oggi, però, non è semplice neppure avere rapporti cordiali con chi sta dall’altra parte del muro e la fiducia tra chi condivide il giroscale non è sempre massima. Per gli anziani, tuttavia, questo significa spesso mettersi in pericolo perché un rapporto affettivo con i vicini porta in automatico un controllo quotidiano prezioso. Il progetto “Il buon vicinato”, promosso dall’associazione “Anteas-Agas” e dalla cooperativa “Socrates”, mira proprio a ripristinare questo meccanismo di buoni rapporti e attenzione. «Sempre più spesso - racconta Dolores Corradini - si ascoltano storie di anziani morti da soli nel proprio appartamento, senza che nessuno se ne accorga per giorni. Noi cerchiamo di creare una rete tra vicini di casa che possa ovviare a queste situazioni e, al contempo, portare maggiore affetto e amicizia nei condomini. Nel quotidiano si tratterebbe di contattarsi a vicenda, passare a salutarsi o anche solo suonare per sentire come va. Partiremo con un progetto pilota in via Torino 95 e valuteremo l’impatto dell’iniziativa». Nel banchetto allestito ieri (e oggi dalle 9 alle 12), davanti alla chiesa di Regina Pacis i volontari spiegano nel dettaglio la proposta. «Non a caso - continua Corradini - abbiamo scelto questo quartiere, dove gli anziani over 65 sono il 27%, ovvero 4.480 e gli over 70 2.126, pari al 13,2%». Un’iniziativa che coinvolge tutti i volontari dell’associazione: «E’ molto importante superare certe barriere e scavalcare i pregiudizi» dice Clara Poggetta. Adriano Corso è più lapidario: «Purtroppo viviamo in un mondo di sordi, dove la solidarietà è ormai merce rara e anche chi abita vicino a malapena si conosce. Sarebbe molto importante, invece, per noi anziani avere un appoggio e un supporto in più. Ricordo che da ragazzo tutte le porte delle abitazioni erano aperte, si entrava e usciva senza problemi. Oggi, tutto questo, non sarebbe più nemmeno immaginabile». Fiduciosa anche Clara Venturato: «Dovremo affrontare delle difficoltà inevitabili, scavalcare chiusure e pregiudizi, ma contiamo di portare qualcosa di diverso in una città dove gli anziani sono sempre di più». «Speriamo davvero di riuscire a penetrare in modo capillare in più condomini possibili» l’auspicio di Francesco Targa. Franca Ravagnani, invece, prova ad allargare il discorso: «Si potrebbe estendere l’esperimento anche ad altre categorie in difficoltà, non solo agli anziani. L’importante è partire e dobbiamo essere noi a rimboccarci le maniche perché non possiamo aspettarci che a pensarci siano i giovani che devono correre tutto il giorno tra lavoro e famiglia». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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