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domenica 20 giugno 2010

Trilinguismo al liceo. L'ex preside: Gnecchi ha bloccato tutto


Alto Adige — 19 giugno 2010 pagina 20 sezione: CRONACA

BOLZANO. Il progetto sperimentale della sezione bilingue l’ha visto nascere e seguito sempre da vicino. Marco Mariani, dirigente del liceo classico “Carducci” dal 2003 al 2009 e ora ispettore scolastico in Sovrintendenza chiarisce i perché del blocco della sezione trillingue. Mariani, il progetto si ferma e comincia il balletto delle responsabilità. Quali sono, però, le vere motivazioni? «Prima di stilare la lista è necessaria una premessa. Non si tratta di un fallimento didattico, anzi, i risultati sono di ottima qualità. Purtroppo bisogna fare i conti con l’organico». Mancano, quindi, figure professionali specializzate? «Non è questo il vero nodo. La nostra scuola organizzava l’insegnamento di un’ora settimanale di materia veicolare con le proprie forze. Gli insegnanti che utilizzavano l’inglese erano professori del “Carducci” con master negli Stati Uniti. Solo per il tedesco ci appoggiavamo su un’insegnante delle medie tedesche. Il problema è che ogni singola ora di veicolare necessitava di una compresenza con la titolare della cattedra». Inevitabile la moltiplicazione delle ore. «Esatto, per di più con l’aumentare delle sezioni. In breve la situazione ingenerò incertezza e gli iscritti diminuirono, tanto che al terzo anno avevamo solo metà classe sperimentale». Già ipotizzavate di gettare la spugna? «Ci siamo andati vicini, ma abbiamo deciso di portare avanti il progetto per chi aveva iniziato, sdoppiando una classe a metà tra ordinario e sperimentale». Con ulteriore aumento delle ore. «Già. Solo che l’assessorato Gnecchi decise, nonostante l’aumento demografico, il blocco del numero di insegnanti in provincia. Chiaro che ci venne a mancare la risorsa umana e nel 2006 si optò per la chiusura. Gli insegnanti, però, hanno fatto un lavoro egregio». Nessun problema con i finanziamenti? «Mai mancati. Fu la Rauzi a volere il progetto e sostenne le spese legate alla pianificazione e agli straordinari». Praticabile, comunque, il “prestito” di insegnanti tra le due Sovrintendenze? «Certo, il contratto collettivo dei docenti prevede il completamento in altri istituti del piano orario. Senza distinzioni di gruppo linguistico. Chiaro che il buon senso impone un accordo a livello politico, verificando la volontà». Favorevole, invece, alla formazione di insegnanti ad hoc? «Lo proposi alla Lub in un convegno qualche anno fa. Sarebbe una nuova figura professionale importante. Attenzione, però, che la nostra scuola ha già personale in grado di fare questo lavoro. Basterebbe un censimento sulle specializzazioni degli insegnanti». Il trilinguismo può diventare prassi diffusa? «A patto di armonizzare l’autonomia delle scuole con l’articolo 19 dello Statuto attraverso una regolamentazione della giunta». (a.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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