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venerdì 9 luglio 2010

I commercianti del centro sul degrado «Troppi negozi chiusi e vetrine imbrattate»


Alto Adige — 08 luglio 2010 pagina 13 sezione: CRONACA

BOLZANO. Degrado e grandi catene dividono i commercianti del centro storico. Gli interventi di riqualificazione auspicati dall’assessore comunale Klaus Ladinser per risistemare quello che ritiene essere un brutto biglietto da visita «sono da rifare luci, pavimentazione e poi vanno risistemati i cassonetti e tolte le scritte dai muri» vengono salutati con entusiasmo, ma non tutti condividono l’impressione di degrado del vicesindaco. Unanimità lontana da raggiungere anche sulle priorità degli interventi ma sono tutti d’accordo sui negozi sfitti: «Brutti e imbrattati. I grandi marchi che cambiano il volto di un Centro che tradizionalmente poggia le proprie basi sul piccolo commercio locale, invece, rappresentano per i commercianti al contempo il frutto della globalizzazione del mercato e uno snaturamento. Fronte compatto, però, nel giudicare il fenomeno dell’esplosione del franchising come inevitabile visti anche i prezzi stellari chiesti per gli affitti, specialmente sotto i Portici. Marco Bovo è responsabile proprio di un franchising: il lussuoso “Dev” di via della Mostra. «Ad essere sinceri io tutto questo degrado non lo avverto. A parte qualche mendicante che si siede sulle panchine e gli imbrattamenti sulle facciate di palazzo Campofranco, evitabili con più controlli, non siamo di fronte ad una situazione critica. Da grande catena, invece, ritengo che si debba ragionare in concreto e pensare che un commerciante deve poter lavorare bene. Il privato non può competere con i prezzi offerti dal franchising e sostenere gli stessi costi». Chi rappresenta invece, lo zoccolo duro del commercio locale è Peter Gutweniger, responsabile del noto negozio di giocattoli in via Streiter. «Via Portici ormai è solo internazionale e non è un fenomeno semplice da fermare. Gli affitti sono alti, meglio guardare ad altre zone. In via Streiter, però, regolamenterei il traffico e il parcheggio di auto e bici». Chi vuole una riqualificazione rapida è Giuliano Lorenzi dell’omonima coltelleria di via Buozzi: «Ormai è una Babele: necessaria una nuova illuminazione e un ripensamento dei cassonetti. Inutile, invece, fare i don Chisciotte contro le grandi catene: offrono prezzi bassi e sostengono spese pesanti». Domenico Sacco, presidente di Confesercenti, chiede una volta di più al Comune di intervenire in tutta la città perché le vetrine vuote, disadorne e spesso imbrattate dei negozi chiusi squalificano il commercio in generale. «In città ci sono più di duecento negozi sfitti per colpa di affitti cari ed attività poco redditizie che andrebbero recuperati e resi decenti e dignitosi. Le vetrine disadorne potrebbero ospitare mostre di quadri, lavori o disegni di bambini... credo che basterebbe contattare le associazioni, darsi da fare, farsi venire un’idea. Magari anche il Comune e l’Ipes potrebbero fare la loro parte visto che sono proprietari a loro volta di parecchi negozi. Per me l’importante è decidere insieme ma il problema va affrontato». Sandro Repetto, consigliere comunale Udc, chiede a Ladinser di mettere in campo un progetto complessivo: «Il centro va risistemato ma anche Corso Libertà aspetta da anni e ancora via Palermo, via Torino per parlare solo delle prime...». Prende posizione anche il consigliere della Sel Margheri: «Sono altre le priorità commerciali della città. Sarebbe bene concentrarsi sui centri periferici. Perché, per esempio, non offrire degli appositi incentivi per chi vuole aprire ad Aslago? Ricordiamoci, inoltre, che la libertà di concorrenza impedisce crociate contro il franchising». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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