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sabato 24 luglio 2010

L' Unione: basta franchising in Centro


Alto Adige — 23 luglio 2010 pagina 15 sezione: CRONACA

BOLZANO. Prima i marchi affermati hanno cominciato a guadagnare avamposti in via Portici, adesso la frontiera del franchising bolzanino comincia a volgere lo sguardo verso altre strade. Le nuove aperture, infatti, spaziano a macchia d’olio in Centro: è in arrivo, infatti, il brand “Siste’s” in via Grappoli che rappresenta un forte cambiamento rispettto al recente passato commerciale. Bolzano, infatti, non arriva più al traino di altre numerose esperienze ma diventa, per questo marchio bolognese, soltanto il secondo punto vendita in franchising. Un’inversione di tendenza che indica come Bolzano attiri adesso il pionerismo del settore. Non è tutto oro, però, quello che luccica e a puntualizzarlo ci pensa il vicepresidente dell’Unione Commercio Dado Duzzi. «Vero che dal punto di vista di chi vuole aprire un esercizio il franchising può sembrare una miniera di vantaggi, ma attenzione che si rimarrà pur sempre dipendenti in veste di direttori responsabili del punto vendita. Non possiamo certo parlare di imprenditori locali». Chiara anche la posizione di Duzzi sul fenomeno in generale e delle nuove aperture pioneristiche: «Il nostro territorio è commercialmente un test affidabile perchè si rivolge a un cliente acculturato, europeo e ha anche un forte ritorno internazionale con il turismo. Attenzione, però, che queste catene stanno drogando il mercato degli affitti». Già, in molti dicono che siano gli unici in grado di reggere certe cifre. «Appunto. Se, però, le rette alte vengono pagate a prescindere si innesca un gioco al rialzo che mette in difficoltà l’eventuale imprenditoria altoatesina. Non solo, è vero che i grandi marchi funzionano da richiamo e quindi creano indotto, ma sono solo pochi i brand che svolgono questa funzione». Tra i commercianti storici della città, comunque, la preoccupazione è diffusa. «Ci sarà anche innovazione - commenta Georg Oberrauch - ma gli utili di questi brand finiscono fuori città e nulla rimane ad arricchire il territorio». Come fare ad uscirne? «Prima di tutto la politica potrebbe veramente occuparsi della riduzione della burocrazia. Le grosse aziende, infatti, hanno uffici legali che si occupano di questo mentre noi siamo penalizzati». Entra nel dettaglio anche Thomas Rizzolli: «Prendiamo, per esempio, la gestione degli acquisti. Io ci perdo un terzo del mio tempo, loro hanno chi li fa trovare la pappa pronta. La verità, però, è che non si tratta di vera imprenditoria, ma solo di succursali e il territorio, nel frattempo si impoverisce mentre la nostra professione perde di attrattività». Su internet, intanto, la prossima apertura del punto vendita “Site’s” viene trattata con grande enfasi e, non a caso, con l’entusiasmo di «aver fissato l’inaugurazione il 9 agosto, in un periodo di grande vivacità per la città viste le frotte di turisti italiani e stranieri che la invadono per trascorrervi le proprie vacanze estive». Quali sono, però, i vantaggi del franchising al di là degli affitti? A rispondere ci pensa lo stesso sito ufficiale di “Site’s”: «La scelta del campionario, per esempio, avviene con un solo mese in anticipo senza rischi di programmazione. Non solo, l’assistenza in fase di apertura è continua con l’aiuto nella scelta della location, studio di fattibilità sul territorio, appoggio nella redazione del business-plan, battage pubblicitario nazionale gratuito e progetto architettonico forniti dall’azienda». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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