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mercoledì 28 luglio 2010

Pasquali: «Basta comitati del no»


Una Bolzano ingessata nella sua inclinazione a dire"no" e poco capace di concertare, mediare e cercare sviluppi che possano garantire uno sviluppo dell'imprenditoria e vantaggi per i cittadini. «Gli slogan continui dei comitati del no - spiega l'assessore Pd - non aiutano a costruire un progetto di sviluppo del territorio». Stroncare le iniziative imprenditoriali, infatti, in un momento di crisi può voler dire rifilare il colpo di grazia a un corpo malato. «La Cassa Edile ha sottolineato lo stato di difficoltà del settore con 2.500 posti di lavoro persi nell'ultimo biennio, mentre i lavoratori edili nel solo comune di Bolzano sono 1.188. Se a questi numeri aggiungiamo l'indotto è evidente che bisogna cercare di sostenere ed indirizzare gli investimenti come, per esempio, la riqualificazione urbanistica e l'ampliamento residenziale». La tempistica, inoltre, è fondamentale e ha giocato un ruolo importante anche nella vicenda del Virgolo: «La politica deve decidere nei tempi richiesti dall'imprenditoria». Musica suonata alle orecchie dei grandi investitori privati? «Niente affatto, anche loro devono essere capaci di accettare il confronto con altre idee e con il pubblico, senza guardare solo alla difesa del proprio profitto». Ci vuole, quindi, un patto. «L'unica strada - la convinzione di Pasquali - è quella di un patto tra pubblico e privato per raggiungere gli obiettivi programmati. Nel'ultimo periodo, invece, abbiamo sentito solo tanti"no": dal polo tecnologico osteggiato dagli imprenditori alla perdita di un'occasione per la riqualificazione del Virgolo, passando per le critiche all'inserimento di Bolzano all'interno di un progetto di Capitale della cultura 2019 allargato al Nord-Est». Le nuove sfide, intanto, sono già sul tavolo. «Penso all'areale ferroviario - conclude Pasquali - ma anche all'iniziativa congiunta tra Caldaro, Appiano e Bolzano sul minimetro e, ovviamente, un'ambiziosa proposta privata per il riuso del Virgolo. In quest'ultimo caso si è detto no ad un imprenditore per il timore di un intervento ambientalmente troppo invasivo. Il Comune, in questo caso, ha il compito di tradurre tutto questo in politica urbana ricordandosi che l'amministrazione non deve essere considerata uno sponsor ma, piuttosto, un regista dell'interesse collettivo ricercando sempre nuovi e costruttivi rapporti con i privati». Porte aperte, intanto, dalla società"BBG" che racchiude il pool di proprietari del Virgolo: «Aspettiamo un incontro con il Comune come ci è stato chiesto - spiega il presidente Vittorio Repetto - senza alcuna preclusione verso un progetto serio. Chiaro, comunque, che continuiamo a sperare che Thun possa tornare sui suoi passi e riprendere la concertazione per il futuro del colle cittadino».

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