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mercoledì 8 settembre 2010

I giovani artisti dello spray hanno avuto muro libero per due giorni a Don Bosco


Alto Adige — 07 settembre 2010 pagina 34 sezione: AGENDA

BOLZANO. Procurate una bomboletta spray e un muro: al resto pensano loro. In alternativa vanno benissimo anche dei pannelli di compensato o, parrà strano, persino un camper. Piazza Don Bosco nello scorso fine settimana è stato il cuore pulsante della cultura e dell’arte dei “writers” o, per italianizzarli, graffitari anche se in realtà non fanno graffiti, non “graffiano” il muro, ma lo dipingono con le bombolette di colori spray. Nell’ambito della festa Don Bosco Final Summer uno degli spazi più apprezzati è stato proprio quello riservato ai disegni di questi giovani che liberano la fantasia con lo spray. Per due pomeriggi ciascuno di loro ha realizzato una propria opera, una anche sul camper dell’associazione onlus Volontarius che organizzava l’evento a Don Bosco e segue da vicino il progetto “Murarte” con l’obiettivo di trovare spazi adeguati a questo tipo di espressione artistica, evitando lo sconfinamento nell’illegalità. La livrea del mezzo, quindi, ha subìto un autentico restyling con la sostituzione del vecchio paesaggio bucolico con un più aggressivo drago. Sull’altro lato della fiancata spazio, invece, a una tigre con tanto di katana sulla schiena. A occuparsi dei due disegni, Matteo “Sanue” Caria e Matteo “Egeon” Picelli. «Un lavoro come questo - ci raccontano - presenta delle difficoltà ma è appagante. In un pomeriggio, comunque, è possibile portarlo a termine. L’arte di strada ha caratteristiche tutte sue: è molto difficile, per esempio, che esistano scuole che te la insegnino, si basa tutta sulla passione e la pratica». E sulla disponibilità degli spazi, par di capire... «Esatto. A Bolzano con “Murarte” possiamo essere abbastanza soddisfatti, ma in generale in Italia siamo indietro. A Berlino o in altre parti della Germania questo concetto di libertà è molto più naturale rispetto all’Italia». Lungo i pannelli troviamo Martina “Tini” Platter intenta a disegnare un clown che possa... spaventare i bambini. «Faccio illustrazioni dei libri per bimbi - sorride - oggi stravolgo un po’ quella concezione e creo qualcosa di diametralmente opposto. Esiste un messaggio dietro ai nostri lavori, non sono solo scritte o disegni a casaccio. Sulla questione degli spazi non abbiamo grosse pretese: ci basta un muro qualsiasi in una zona qualsiasi per accontentarci». A tirare le fila del workshop troviamo il responsabile di “Murarte”, Riccardo Rizzo. «Sono buone opportunità all’interno di una manifestazione che è cresciuta negli anni dopo la prima edizione otto anni fa con il torneo di calcio interetnico di via Cagliari. L’anno scorso abbiamo lanciato un concorso per “writers”, quest’anno puntiamo di più sul lato espressivo. Le difficoltà di questa tecnica, comunque, sono legate principalmente alle dimensioni, al senso delle proporzioni e poi, logicamente, alle capacità artistiche di ciascuno». I passanti, intanto, si fanno rapire dalla curiosità, pongono domande ai giovani artisti: l’interesse è tangibile. A ritmare i lavori c’è anche la musica di Dj Neo’s, ai piatti sul palco allestito nel cortile delle scuole, mentre un paio di ragazzi si lanciano in evoluzioni di breakdance. La festa Don Bosco Final Summer, in fondo, è proprio questo: dare spazio, e interesse, alla cultura giovanile, allo sport interetnico e allo svago creativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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