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lunedì 20 settembre 2010

Il caffè? Dietro l'angolo, a Londra


Alto Adige — 15 settembre 2010 pagina 28 sezione: AGENDA

BOLZANO. Tra Museion internazionale e Università trilingue, un tocco british calza a pennello. Dunque è una collocazione naturale, quella in cima a via Dante fra Museion e Lub, per il Bar Londra, piccolo rifugio a conduzione familiare che, in una città e in un centro storico dove dominano le grandi dimensioni, somiglia tanto a un cantuccio casalingo. L’interno è un lungo... corridoio, l’esterno nelle stagioni calde apre alla possibilità di qualche tavolino in più, ma i clienti affezionati, in gran parte lavoratori del circondario, non rinuncerebbero mai all’ambiente raccolto. Dietro al bancone da 14 anni troviamo Gianni e Patrizia Marchi, marito e moglie che hanno deciso di rilevare il bar, allora “Rosina”, e lanciarsi in una nuova avventura. «L’abbiamo chiamato Londra perché l’architettura esterna dell’edificio ci ricorda quelle che si vedono nella capitale inglese. Ci sembrava anche un nome azzeccato per l’atmosfera che intendevamo creare». Il giorno del loro arrivo al posto del Museion c’era un brullo parcheggio e negli edifici dell’ex ospedale l’idea dell’università era solo un bel proposito. Lo sguardo dei coniugi Marchi, però, è stato di quelli a... lunga gittata: «Sapevamo che potevano aprirsi questo genere di possibilità e oggi, nonostante entrambe le strutture abbiano anche i bar interni, possiamo essere soddisfatti della clientela che arriva sia dal museo d’arte moderna che dalla Lub». Precursori nel destino, Gianni e Patrizia, visto che a Bolzano sono stati tra i primi a offrire un prodotto presentato in modo oggi diffusissimo: «Il macchiato in tazza grande 14 anni fa era una novità e noi l’abbiamo sperimentata con successo». La vita da baristi, però, non è di quelle facili: dalle 7 alle 20 qualcuno serve dietro al banco e quando la gestione è familiare è evidente come i sacrifici siano consistenti. «E’ dura perché una giornata è lunga - dicono in coro - ma abbiamo le nostre soddisfazioni. E poi insomma, ci sono lavori ben più duri». I clienti, intanto, una volta provato il bar Londra difficilmente non tornano più. «L’atmosfera è fantastica - ci spiega Giorgio Marchi, omonimo ma non parente del titolare - per scambiare quattro chiacchiere, rallegrarsi con il sorriso di Patrizia e staccare per una pausa dal lavoro. Io vengo da Merano la mattina apposta: dopo tanti anni passati a Venezia qui ritrovo la classica atmosfera del bar italiano, non comune a tutti gli esercizi altoatesini». Nel tavolo vicino Valentina Bonato, Margherita Giroldi, Mario Durigan e Valentino Andriolo, colleghi di ufficio, fanno un break. «Il caffè è buono, ma questa è quasi una cosa ovvia, retorica - scherzano - perché quello che ci piace veramente è l’ambiente piccolo dove sentirsi un poco a casa. L’ideale, per staccare con la testa». Complimenti finali anche da Natascia Muta e Roman Schwienbacher: «Siamo molto affezionati e il nostro caffè quotidiano amiamo prenderlo qui». A Londra... © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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