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lunedì 13 settembre 2010

Una notte con la Polfer (integrale)


Un arresto, due espulsioni, centinaia di verifiche sui documenti, squadre sui treni verso il Brennero e Verona, ma anche sulle lunghe percorrenze, pattugliamenti dei binari e controlli regolari della zona della stazione: sono intense le 24 ore di attività dei 36 operatori della Polfer di Bolzano, comandata da Vincenzo Tommaseo e inquadrata all’interno del Compartimento di Verona. Traffico di droga, immigrazione clandestina e furti sono, generalmente, gli ambiti d'intervento e prevenzione della polizia ferroviaria sui convogli e a terra. Precisa la spartizione del lavoro: la mattina due operatori vanno e tornano da Verona, due rimangono in stazione come presenza garantita lunga tutta la giornata e due, in abiti civili, controllano binari e sottopasso. Il pomeriggio e la sera due agenti in borghese vanno e tornano dal Brennero, due pattugliano con l’auto il percorso della ferrovia per evitare furti di rame e scassinamenti delle biglietterie automatiche e tre tornano dai controlli lungo l’asse Bolzano-San Benedetto del Tronto che prevede, in particolare, la prevenzione anti furto dei treni a lunga percorrenza in arrivo da sud. In tutto questo a rimanere impigliato nelle manette di giornata della Polfer è un ragazzo ghanese di 24 anni capace di esibire un documento d’identità di un comune di Brescia contraffatto e riportante i dati di un’altra persona. L’africano si è giustificato dicendo che doveva andare in fretta a trovare la moglie che partoriva all’ospedale di Bolzano, ma si è trovato, invece, tra le mura del carcere di via Dante per falsa intestazione, uso di documento falso e una precedente segnalazione di furto aggravato. Espulsi, sempre nella giornata di venerdì, due 19enni iracheni trovati sui treni in posizione di clandestini e raggiunti da foglio di via immediato.
Sono le 21.55, però, quando la squadra di controllo lungo la linea del Brennero coordinata dall’ispettore Stefano Seno ci accoglie per mostrarci un’operazione di controllo al confine contro il traffico di stupefacenti e l’immigrazione clandestina. Il treno che ci porterà verso nord è un regionale e gli agenti si dividono per salire due in testa e due in coda: s'incontreranno a metà. Ai passeggeri viene chiesto di mostrare i documenti e le generalità vengono immesse dalla centrale in un banca dati comune a tutte le forze dell’ordine capace di segnalare qualsiasi precedente. In caso di conferma si procede all’arresto. E’ così che si attua il primo filtro utile anche a bloccare il traffico dei clandestini, gestiti da passatori di professione che si preoccupano addirittura di comprare il biglietto del treno per evitare segnalazioni dei controllori. Una volta arrivati a Bolzano, infatti, i gruppi di clandestini, solitamente curdi, iracheni o indiani, vengono fatti sostare nei giardinetti per poi essere presi in carico da un altro passatore in automobile con rotta verso il confine. In questo caso la Polfer pedina la macchina fino alla barriera di Vipiteno dove, all’effettiva realizzazione del reato, scattano le manette. Non è raro, invece, che alcuni clandestini si nascondano nella parte alta di alcuni treni, smontando i componenti e sdraiandosi nella zona dei cavi. Sempre quotati anche i bagni e lo spazio sotto il sedile. Identico, logicamente, il procedimento del controllo antidroga ma gli agenti, in questo caso, cercano di cogliere i segnali di nervosismo o particolare agitazione. Se la situazione preoccupa, scattano la perquisizione o il trasporto in ospedale per effettuare radiografie di controllo: possibili anche se i sospetti risultano incensurati. E’ questa la procedura, per esempio, che ha portato all’arresto di due nigeriani che qualche settimana fa viaggiavano con l’intestino colmo di ovuli. Dal controllo dei sospetti, comunque, emergono spesso anche elementi che la Polfer utilizza per operazioni particolari: l’ultima delle quali, per esempio, ha condotto a diversi arresti nella zona di viale Trento, particolarmente battuta da conosciuti spacciatori. Si intercetta così, ed è una sorpresa, anche tanti minorenni che scappano da situazioni familiari difficili individuando, come già successo, eventuali complici adulti della fuga. Arrivati al Brennero alle 23.20 la squadra si concede una sosta per poi tornare verso Bolzano con l’intercity tedesco in arrivo da Monaco. Treno notturno con tanto di vagoni letto, terreno fertile per i furti. Oltre alla prevenzione dei controlli la Polfer utilizza un sistema mimetico per cogliere i ladri sul fatto: nascondersi tra i viaggiatori e aspettare il colpo. Più di qualche delinquente è stato colto letteralmente con le mani nella borsa. Da dimenticare, comunque, la leggenda dello spray per addormentare le vittime, mentre è molto più facile imbattersi nell’offerta di una bevanda con annesso sonnifero. Operazioni di controllo dei furti, comunque, vengono effettuati anche nelle stazioni periodicamente e soprattutto nei giorni di grande afflusso. Un classico esempio è il Mercatino di Natale che assieme ai tanti turisti e alle montagne di soldi porta in città anche decine di borseggiatori.

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