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sabato 23 ottobre 2010

Bolzano: per gli scolari della «Don Milani» le lezioni si fanno anche nell'orto


BOLZANO. C'è chi, nelle favole, andando a scuola portava una mela alla maestra. Alla scuola primaria "Don Milani" di viale Trieste, gli alunni non portano "a" ma "da" scuola, e non mele ma zucche, melanzane o barbabietole. Non in quantità industriali, ma quel che basta come concreto risultato del loro lavoro di piccoli agricoltori. Il merito è di un progetto fortemente voluto dalle insegnanti Anna Rita Campagnolo, Elisabetta Pristerà e Luciana Cadonati che, dall'aprile 2009, hanno realizzato un orto didattico nel cortile della scuola. Qui, a cadenza quindicinale e con l'aiuto dell'esperto Carlo Dalla Valle, i bambini dedicano qualche ora alla coltivazione. I periodi più produttivi sono autunno e primavera, quando avviene anche la semina. Entrando in questo piccolo fazzoletto verde strappato al cemento, si nota subito la presenza dei bambini: tra melanzane, zucchine o pomodori, fa capolino il sorriso di Tobia, lo gnomo da giardino che è la mascotte e che un'insegnante, novella Amèlie, si è portata in vacanza per fotografarlo in ogni angolo scatenando l'ammirazione dei bambini. Sopra i passaggi in legno realizzati dal papà falegname di uno dei bimbi, fa bella mostra di sé una casetta per gli uccellini che farà la gioia di qualche passerotto nei mesi freddi in arrivo.
Il tutto, però, non ha solo uno scopo ludico, ma rientra nell'orbita didattica. «I bambini - spiegano le insegnanti Campagnolo e Pristerà - imparano in questo modo la cadenza delle stagioni ma anche il valore della pazienza contro il messaggio "tutto e subito" che troppo spesso viene veicolato nella nostra società. Si evita, in questo modo, che crescano ragazzi che si aspettano le zucche in luglio o le ciliegie in dicembre, ma si crea anche un rapporto privilegiato con la natura. In quanto esseri umani, infatti, è bene che imparino da subito che abbiamo delle responsabilità nel modo in cui utilizziamo, ma soprattutto salvaguardiamo, l'ambiente».
I bambini, chiaramente, non vedono l'ora di sporcarsi le mani di terra: «Sono molto contenti e lo sono anche i genitori. Quando raccogliamo qualcosa, poi, lo dividiamo e possono portarlo a casa».
Tutto il progetto viene seguito passo passo da professionisti della Forestale che collaborano con le due classi anche per altre iniziative di carattere naturale. «Abbiamo portato gli alunni - continuano le insegnanti - in visita al biotopo di Rio Bianco a Sarentino e a pescare nel Talvera, e chiaramente in questo caso i pesci vengono poi ributtati in acqua».
C'è spazio, infine, pure per un appello: «Chiediamo al Comune che ci consenta di prendere l'acqua dal magazzino di sua proprietà limitrofo all'orto. Abbiamo provato a chiedere tutti i permessi, ma sembra impossibile. Sarebbe un aiuto prezioso per questo nostro progetto».
Chissà... Intanto di sicuro i bambini capiranno presto che la natura può essere infinitamente più semplice della burocrazia.
Alan Conti

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