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martedì 12 ottobre 2010

I negozianti: riaprite via Claudia Augusta


BOLZANO. Prima ancora del parcheggio, in via Claudia Augusta i commercianti hanno una preoccupazione più basilare: far transitare le auto. Il blocco da sud non è mai stato digerito del tutto dai negozianti che hanno visto proprio in questo la causa del crollo dei passaggi attraverso il cuore di Oltrisarco, così come della chiusura di alcuni esercizi storici. Una situazione che, di fatto, si trascina dietro il concetto di competitività della attività al di fuori del bacino del quartiere. Inoltre, il proliferare di bar, in buona parte gestiti da cinesi, più che un fenomeno naturale ha tutta l'aria di essere una conseguenza. Il sindaco Spagnolli aveva dichiarato che viale Trento «è l'unica strada in cui si chiede il ritorno del traffico». I commercianti di via Claudia Augusta, però, chiedono di aggiornare l'elenco perlomeno a due. «Qui si lavora tanto - le parole di Techun e Kevin Zhu dal bar "Pia" - ma soprattutto con gli abitanti della zona. Non è che si stia troppo bene, diciamo che siamo qui solo per guadagnarci da vivere». Matteo Debonis gestisce l'imbiss "Mignon" su piazzetta Bersaglio e scuote la testa. «La situazione è difficile perché è stato abbattuto il potere d'acquisto delle famiglie e Oltrisarco ne risente. Difficile anche attirare persone che arrivino dalle altri rioni, specialmente con la strada chiusa in ingresso da sud». Alessia Greco dall'"Irony Bar" approva: «Riaprire la strada sarebbe la soluzione più sensata. Noi lavoriamo benissimo, ma quasi esclusivamente con le persone che abitano nel quartiere. Se l'intento, infatti, è quello di preservarci dall'inquinamento non si può negare che a due passi ci sono le acciaierie, così come nel tardo pomeriggio ci troviamo di fronte a code lunghissime. La concorrenza cinese, invece, non ci preoccupa per nulla perché contiamo molto sul rapporto umano col cliente». Gino Rindone del bar "Marwa" è meno convinto. «Tutti questi locali con prezzi molto aggressivi non possono essere sottovalutati. Sulla chiusura della strada, invece, mi permetto di fare un appello perché venga concesso il transito almeno a noi del settore. Nonostante il bollino di servizio, infatti, sono costretto a fare la spesa in Zona e poi girare per mezza città prima di arrivare al bar. Quando si decideranno, invece, a fare la famosa ciclabile più volte promessa dalle varie amministrazioni?». Chi è appena arrivato sulla strada è Ahmad Labied Fallaha, titolare della pizzeria "Rusty": «Abbiamo scelto di venire qui perché ci piace la zona e siamo riusciti a trovare un locale adatto. Per ora non ho nessun tipo di preoccupazione». Nel vicino tabacchino, invece, troviamo Valentina Bolognini e Marino Moretto piuttosto contrariati. «La chiusura della strada è ridicola e ci è costata parecchi clienti in arrivo da San Giacomo o Laives, così come quelli che andavano al lavoro in Centro. I parcheggi sono autentiche mosche bianche e difficilmente qualcuno si può fermare per una commissione veloce. Inutile, quindi, parlare di ciclabile quando ci sono delle mancanze più basilari». Sara Muraca gestisce l'agenzia di scommesse "Intralot" e conta su un fattore importante: «A Bolzano siamo gli unici con questo marchio e le sue quote. Capita, quindi, di avere scommettitori che arrivano anche da altre zone, mentre tentiamo di fidelizzare chi abita qui intorno. La mancanza di posteggi blu, in questo senso, rappresenta un forte problema e anche noi siamo per la riapertura di via Claudia Augusta». «Sarebbe davvero bello - ammette Bojana Tomic di "Marka" - poter contare su qualche transito in più senza il divieto. Nel frattempo continuiamo a lavorare bene con le persone del quartiere». Chiusura con gli occhi a mandorla di Cyndi Ye dell'omonimo bar, da poco arrivata con il marito da Padova. «La zona è molto tranquilla e ho sentito che altri commercianti ricordano con piacere quando si poteva passare anche in direzione Centro. Non sarebbe male, davvero. Noi baristi, comunque, siamo anche penalizzati dalle severe regole per chi si mette alla guida: c'è chi ne è terrorizzato e ci evita a prescindere. La concorrenza, invece, per ora non rappresenta un problema, ma a Padova si registrava più movimento e vivacità». (a.c.)

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