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lunedì 15 novembre 2010

Maso della Pieve soffre: «Manca la ciclabile. Viabilità pericolosa»


BOLZANO. Figli di nessuno, spaccati in due, né carne né pesce. Scegliete voi la definizione che più vi piace tra le tante espresse dai residenti e dai lavoratori della zona attorno a via Maso della Pieve perché, dalle parole di chi vive questa lunga strada periferica, emerge fortissimo un senso di abbandono, istituzionale e concreto. L'essere contemporaneamente molto vicini al sobborgo di San Giacomo, nel comune di Laives, e allo stesso tempo il proseguimento naturale di Oltrisarco, nel comune di Bolzano, determina delle difficoltà di riferimento amministrativo in un rione che, al contrario, ha voglia di sentirsi compatto. Come gruppo unito, quindi, porta avanti diverse richieste alla politica cittadina: dalla necessità di una pista ciclabile in direzione sud, verso i campi da calcio, alla messa in sicurezza dell'incrocio con la trafficatissima via Einstein, passando per la mancanza di negozi, punti di ritrovo e qualche manifestazione che possa ovviare al senso di periferia trascurata. Il primo a lanciare il sasso nello stagno è Lorenzo Merlini, residente attento e curatore del frequentato blog cittadino denominato "apritisangia". «L'incrocio con via Einstein è troppo pericoloso, considerando che la strada verrà pure ampliata in futuro. Ci aspettavamo, come promesso dall'allora assessore alla mobilità Klaus Ladinser, già qualche anno fa, un intervento che permettesse la realizzazione di una pista ciclabile da quel punto fino ai campi sportivi: opera molto importante per i bambini, ma anche per le famiglie. Sarebbe sufficiente restringere la carreggiata e ampliare il marciapiede, ma finora nulla è stato fatto. Il tutto, inoltre, permetterebbe anche di scoraggiare il traffico improprio di chi dribbla la galleria della Strada statale 12 per transitare da questa parte. Altro progetto interessante, inoltre, è quello che riguarda la congiunzione di questa ciclabile al percorso di Laives e San Giacomo: progetto che riceverebbe anche il finanziamento provinciale. Perché, infine, non prevedere delle ore per i residenti nella piscina di Maso della Pieve, oberata soltanto da corsi di qualsiasi tipo? Il sospetto è che il rione paghi il trovarsi sostanzialmente a metà strada tra i comuni di Laives e Bolzano, per cui lavarsene le mani diventa più semplice». Daniela Ferrari, dal canto suo, denuncia «una sostanziale mancanza di attività commerciali, ma la tranquillità ci guadagna». All'"Isola dei tesori" troviamo Daniela Boscolo: «Il bacino commerciale è sicuramente meno ampio del Centro. Ci concentriamo, perciò, sui residenti». Olga Fadini ha aperto una attività lungo la strada. «Ci sono servizi molto funzionali come quello dell'autobus, ma a scarseggiare, a volte, è l'educazione di chi frequenta questa zona. Ci vorrebbe qualche controllo in più». Nel vicino negozio di abbigliamento troviamo Francesca Cembalo: «C'è poco da fare, siamo proprio una periferia. Pochi negozi, scarsa attrattività e zero manifestazioni. E' vero, invece, che alcuni tratti della via sono assai pericolosi e gli incidenti frequenti». Angelo Saporito torna sulla richiesta di una ciclabile «che sarebbe alquanto utile per tutti e diminuirebbe anche gli spostamenti in auto interni al rione». Stessa opinione per Farchi Zaroual: «Siamo costretti sempre a muoverci in automobile. Necessario intervenire». Curiosa, invece, la richiesta di Ida e Andreina Cavallaro: «In questo quartiere si vive bene, non lamentiamoci della carne grassa. L'unico desiderio, semmai, sarebbe legato alla realizzazione di una bella pasticceria dove trovarsi per fare quattro chiacchiere in compagnia. Ecco, manca qualche punto d'aggregazione». Dario Gattolin propone invece una radiografia dettagliata della zona: «A volte ci sentiamo dimenticati. Non mi spiego, per esempio, come mai in tutti i quartieri si può parcheggiare sugli stalli bianchi con il bollino residenziale, mentre qui abbiamo le soste con disco orario di dodici ore e multe che fioccano. Infastidisce, inoltre, l'impossibilità di sfruttare la piscina: accettano qualsiasi tipo di associazione, ma non si trova lo spazio per gli abitanti del rione che la ospita. Siamo condannati, infine, a non essere né carne né pesce, spaccati come siamo tra Laives e Bolzano». Chiude il giro di opinioni lo studente bellunese Luca Meneghel: «Frequento l'università e per la vita di tutti i giorni Maso della Pieve è senz'altro una zona tranquilla. Devo ammettere, però, che per ritrovarmi con gli amici vado sempre in centro storico perché qui c'è poco, anzi, nulla».

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