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giovedì 4 novembre 2010

Parco giochi Mignone: dopo mesi di proteste ancora tutto fermo


BOLZANO. Spostare i sassi non può essere considerato sufficiente. Passano i mesi e il popolo del parco Mignone torna ad alzare la voce e sottolineare alcune mancanze ormai croniche del polmone verde di Oltrisarco. Se da una parte questo testimonia una certa insofferenza verso le promesse dell'amministrazione, dall'altra risulta evidente che il Mignone rimane uno dei punti più amati del quartiere. Ecco perché mamme, genitori e anziani si stringono ancora una volta attorno a una serie di richieste: si va dalla necessità di panchine all'idea di un piccolo chiosco con bevande, passando per un difficile rapporto con i padroni dei cani e l'annoso dilemma sull'apertura della nuova zona verde adiacente. «Abbiamo scritto - spiega Emanuela Errico - al sindaco, alla giardineria comunale e all'ufficio tutela ambiente e non è mai cambiato nulla. Da molti mesi le nostre richieste, inascoltate, sono sempre le stesse: qualche panchina in più dove sedersi o festeggiare i compleanni, dei giochi nuovi e una recinzione per i cani per evitare che vadano dove i bambini si rotolano per terra. Non sono pretese assurde, eppure ci si preoccupa sempre molto della prima mosca che si muove al Talvera e poi la periferia viene dimenticata». Sul problema degli amici a quattro zampe interviene anche Anna Saudi: «Ci vorrebbe qualche controllo in più». Proposta innovativa, invece, quella di Annalisa Seeber e Anna Tschenett: «Sarebbe bello pensare a un piccolo chiosco che possa offrire qualche bevanda al sole. Senza nulla togliere alla casetta del Vke, che svolge bene il proprio lavoro, ci piacerebbe avere un punto di ritrovo anche per adulti o anziani. Lo spazio ci sarebbe. Chiaro che non si tratta di una soluzione adeguata per la stagione invernale, ma durante l'estate potrebbe senz'altro animare ancora di più questa porzione di Oltrisarco». Alexandra Piconi, Sylvia Gall e Osvitta Vielgartner prendono il sole sedute sulle panchine della Casagioco «che sono, tra l'altro, le uniche disponibili. Ci piacerebbe poterne avere qualcuna anche vicino ai giochi o nel prato, ma è una richiesta inevasa da moltissimo tempo. Chiediamo, inoltre, che sia prestata più attenzione alla pulizia perché troppo spesso si trovano gli escrementi dei cani sparsi vicino alle altalene o lo scivolo. Rimane un mistero, invece, l'apertura del nuovo parco all'interno del complesso Mignone-Rosenbach. Le nostre figlie - scherzano - dicono che gli operai non tornano mai dalla pausa pranzo: visti i tempi biblici sembra proprio che ci sia qualche intoppo». Fabio Humar si allinea alla richiesta di più manutenzione. «La zona è molto bella per i bambini, ma ci sono alcuni tratti dove il passaggio o le stradine non sono molto sicure. Basterebbe qualche piccolo accorgimento in più per migliorare la sicurezza e rendere il Mignone un fiore all'occhiello di Oltrisarco». Vincenzo Conte segue il suo bambino sull'altalena: «Il vero peccato è che tutti i giochi sono all'aperto. A parte le attività del Vke, esiste poco per l'inverno quando il buio incombe presto». Dall'interno della Casagioco intervengono Abdel El Abchi e Sara Romanin del Vke. «La questione delle panchine è aperta da molto tempo. Le mamme hanno ragione perché quando c'è da festeggiare un compleanno, per esempio, le chiedono a noi, ma non sempre possiamo dargliele. Sono indispensabili, infatti, per alcune nostre attività. Capita, quindi, che se le debbano portare da casa e non è bello. Il Mignone, comunque, presenta anche diversi aspetti positivi perché comunque si tratta di un parco sempre pieno di gente, molto frequentato e con un'utenza che comprende tutte le generazioni. Non solo, è anche uno splendido laboratorio di convivenza perché le etnie dei ragazzi che si ritrovano qui sono le più disparate e insieme imparano cosa significhi stare insieme e rispettarsi. Ecco perché ogni sforzo nella direzione di un miglioramento complessivo di questa zona verde va incoraggiato e salutato con entusiasmo».
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