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martedì 2 novembre 2010

Premstaller: parco a pezzi strade poco illuminate, insicure e non asfaltate


Alto Adige — 29 ottobre 2010 pagina 16 sezione: CRONACA

BOLZANO. Tra il Premstallerhof e il condominio “Hoherweg” di via Rencio compare uno spaccato concreto del senso di abbandono spesso descritto dagli abitanti dei Piani. A presentarlo sono il consigliere comunale Mariateresa Tomada e circoscrizionale Stefano Lucchi, che hanno raccolto le proteste di alcuni residenti. Si parte, comunque, proprio dal parco. «A metà agosto - premettono i consiglieri - avevamo denunciato la situazione di degrado del campetto e nulla è cambiato, nonostante le promesse. Il sintetico presenta ancora delle voragini, mentre la struttura metallica delle porte è senza dubbio molto pericolosa per ragazzi e bambini. Il campo da basket versa ancora in condizioni critiche e all’interno dell’edificio comunale ci sono state segnalate infiltrazioni che hanno causato muffe e altri difetti di costruzione». Una cubatura discussa fin dalla nascita quella del Premstallerhof. «Già - riprendono Lucchi e Tomada - e ancora non si capisce per quale motivo siano state assegnate le sedi all’Arci e al centro giovanile senza alcun bando di concorso». Si aggiunge alla protesta anche Adele Magnaguagno: «E’ inadeguato alle nostre esigenze. Sull’area verde transitano spesso moto e scooter pericolosi, mentre le vie d’accesso sono davvero troppe e i bambini, talvolta, sfuggono». Basta spostarsi di qualche metro per raggiungere il condominio “Hoherweg”. La peculiarità di questo edificio, che ospita 94 famiglie per un totale di circa 300 persone, è l’impossibilità di raggiungerlo o, molto più semplicemente, trovarlo. L’indirizzo ufficiale, infatti, è via Rencio 24, ma la casa non si affaccia affatto sulla strada cui fa riferimento. «Per arrivare qui - spiegano Rosaria Perfetto, Sonia Zorza e Annalisa Lucchi - bisogna seguire una stradina molto stretta che da via Rencio scende fino al condominio. Il problema, però, è che le indicazioni con il 24 a un certo punto finiscono a un bivio e la stessa strada è di proprietà di due contadini, non del Comune». In alternativa si può arrivare seguendo il prolungamento di via Pfannenstiel che, però, è un autentico “cul de sac” e si inchioda lungo una ripida salita. Per farla breve, in caso di incendio un camion dei vigili del fuoco non avrebbe alcuna possibilità di arrivare a ridosso della casa. «La stradina dei contadini - riprendono i residenti - non è sufficientemente larga e la massicciata che la costeggia non si può toccare perché di proprietà della ferrovia. Non solo, non viene fatto alcun tipo di manutenzione e l’illuminazione, purtroppo fioca, dobbiamo pagarcela di tasca propria. L’asfalto, ovviamente, è tutto un buco e quando cade la neve siamo letteralmente bloccati». Le difficoltà legate all’individuare l’edificio, comunque, non sono un problema di poco conto in caso di emergenza. «Ci è capitato - spiega Rosaria Perfetto - di chiamare l’ambulanza e dover rimanere mezz’ora a spiegare come arrivare a casa nostra. In caso di infarto, per esempio, si tratta di una condanna scritta. Un poliziotto della Volante, invece, dopo 15 anni mi ha confessato di non avere la più pallida idea di come raggiungere questo edificio che, oltretutto, non viene nemmeno segnato dai gps perché le strade non hanno alcun nome». L’isolamento, inoltre, ingolosisce anche chi vuole nascondersi. «Poche sere fa abbiamo scoperto che alcuni malviventi sono venuti a scassinare una macchina cambia soldi proprio qui sotto perché sanno di operare in piena tranquillità. Non ci stiamo a diventare zona franca e non accettiamo l’etichetta di “frignoni” che qualche funzionario comunale ha cercato di attaccarci nell’ultimo consiglio di Quartiere». A chiudere il cerchio di abbandono è un piccolo sottopassaggio che collega la strada agricola senza nome a via Dolomiti. Il varco è di proprietà delle ferrovie, ma è lasciato piuttosto abbandonato e, di notte, privo di alcun tipo di illuminazione. «Immaginiamoci - concludono Lucchi e Tomada - una ragazza che torna a casa alla sera con la linea 1 della Sasa ed è obbligata a scendere per questa stradina nel buio più completo. E’ assurdo. Chiediamo che il Comune intervenga per acquistare la via d’accesso in modo da metterlo in condizioni di sicurezza permettendo il passaggio di tutti i mezzi di soccorso». -
Alan Conti

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