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lunedì 27 dicembre 2010

Bolzano, il traffico soffoca Via Resia: «Le auto di Casanova passano tutte da qui»


BOLZANO. A Casanova si brinda alla consegna dei primi 81 alloggi Ipes alle famiglie che durante le vacanze di Natale potranno cominciare il trasloco in tutta calma. Umore alto, quindi, dalle parti di via Rasmo e via Emeri, ma qualche mugugno comincia ad alzarsi abbastanza consistente poco più in là, ovvero lungo la trafficata via Resia. Se le previsioni dell'Ipes di consegnare entro la fine del 2011 ben 450 appartamenti saranno rispettate, ecco che fin dalla riapertura delle scuole potrebbe tornare di prepotente attualità une vecchia piaga dell'arteria principale di Don Bosco: il traffico esagerato. Già oggi, denunciano residenti e commercianti, nelle ore di punta ci si mette tre quarti d'ora a percorrere pochi semafori: con qualche centinaio di vetture in più non è difficile ipotizzare un peggioramento. Le soluzioni ci sarebbero, ma appartengono ancora tutte al campo delle possibilità e vanno dalla strada parallela alla creazione di una stazione per i treni. Nell'immediato, però, nulla si muove e c'è chi butta sul tavolo il tema dei parcheggi: anche via Resia, infatti, è convinta di pagare il prezzo dell'allegra sproporzione tra il numero di stalli realizzati a Casanova e l'effettivo fabbisogno. «Il traffico - ammette Andrea Cassol della fumetteria "Asgard" - è sempre lo stesso. Quello che davvero preoccupa è la situazione dei parcheggi visto che tutti i clienti che vengono in macchina se ne lamentano. Fortunatamente noi possiamo contare su uno zoccolo duro di ragazzi che utilizzano i mezzi pubblici». E' molto risentito, invece, Franco Risatti della gelateria "Dani": «Quello che veramente penalizza le attività commerciali, infatti, è la poca flessibilità di alcuni vigili urbani nell'elevare sanzioni alla minima infrazione. Mi ha particolarmente amareggiato, infatti, la multa rifilata a un mio cliente che, con me testimone, ha accostato quei pochissimi minuti utili a ritirare la vaschetta di gelato. Ora, se parliamo di sostegno e aiuto ai negozi dei quartieri non è tagliando le gambe alla clientela che si possono trasformare i proponimenti in realtà». Annalisa Barbi dal suo negozio di fiori e piante scuote la testa: «Mi chiedo ogni giorno di più come sia possibile realizzare centri residenziali di simili proporzioni senza neppure avere un'idea di come smaltire il traffico o prevedere le conseguenze per le strade limitrofe. Manca completamente una progettazione urbanistica sensata. Il risultato è che si esaspera il caos e si impedisce pure la più semplice delle soste per recuperare un prodotto prenotato. Degli errori in sede di pianificazione, insomma, paghiamo direttamente noi cittadini. Per tamponare un poco le proprie mancanze il Comune potrebbe chiudere un occhio con i clienti che si fermano per soste lampo, invece vige l'inflessibilità». Natalina Marchetto è la titolare di "Usato Mania", direttamente affacciata su una delle uscite di Casanova lungo via Resia «e tutte le mattine è un disastro. La coda è infinita perché l'intero rione si riversa su quelli che sono raccordi insufficienti. Adesso, oltretutto, la situazione non può che peggiorare con i nuovi arrivi. In caso di neve o pioggia, poi, è bene mettersi il cuore in pace perché almeno un'ora per percorrere l'intera via Resia ci vuole tutta». «Un giorno - le fa eco Patrizia Campagnola della latteria "Tammerle" - ho impiegato 70 minuti per spostarmi di pochi metri. La mattina si blocca tutto completamente e ora da Casanova arriverà ancora più gente: per fortuna che potevamo contare sulle intuizioni di grandissimi progettisti e urbanisti. A tutto questo aggiungiamo la penuria di parcheggio e l'impossibilità di effettuare un semplicissimo carico e scarico e avremo alcune risposte a chi ci chiede i motivi della crisi del commercio di vicinato». Chiude Ferruccio Bidarolli: «Bisognava valutare bene il piano urbanistico e prevedere fin da subito una strada parallela per il nuovo rione, invece hanno preferito procedere senza attenzione e cura dei dettagli. Peccato che a pagarne le conseguenze siano i cittadini».
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