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venerdì 3 dicembre 2010

Via Torino, commercianti ottimisti: lo shopping di Natale andrà meglio


BOLZANO. A Natale mancano ancora diverse settimane, ma ogni giorno può essere una festa per chi lavora dietro a una cassa. Se i pacchettini voleranno sotto l'albero solo a fine mese, infatti, dicembre diventa cruciale per moltissimi negozianti che aspettano proprio questo periodo per chiudere bene l'anno e prepararsi al grande valzer dei saldi di gennaio. Per tastare il polso ai negozi e alla voglia natalizia dei bolzanini, però, è bene allontanarsi dalle vicinanze del Mercatino, dove il bacino d'utenza è "dopato" dall'elemento turistico. Buona cartina tornasole, quindi, è via Torino: commerciale e popolare. Per i negozianti della zona, dunque, sarà un Natale leggermente migliore rispetto all'anno scorso, ma si dovrà pagare dazio alle ristrettezze comunali nel vedere una strada priva di addobbi. Lontano da piazza Walther, infatti, le luci colorate bisogna comprarsele e non tutti hanno voluto sobbarcarsi la spesa. «Sul Natale - raccontano Olivera Jovcevska, Zvonko Jovcevski e Ana Sperskova di "Centrovetrine" - poniamo sempre grandi aspettative perché rappresenta un momento importante per noi commercianti. Ancora, però, non notiamo un cambiamento: evidentemente i bolzanini aspettano di più prima di fare i regali rispetto a due anni fa quando i pacchettini iniziarono già a fine novembre. In genere, comunque, vanno forte maglieria e i vestiti, mentre è in deciso declino la bigiotteria. Per quanto riguarda le decorazioni pubbliche noi siamo dimenticati perché tutto è fatto in funzione del Mercatino in Centro». Carlo Zanella, titolare dell'omonimo "Zanella-Activewear" è voce storica della via. «Sugli addobbi bisogna essere onesti: da quando il Comune ha deciso di non dare più nemmeno un soldo è cascato l'asino. Per qualche anno noi negozianti ci siamo riuniti e abbiamo finanziato in proprio la luce e il montaggio, ma non tutti erano concordi nel replicare quindi non abbiamo organizzato nulla. Per la Festa delle Api, insomma, i soldi si trovano, ma per luminarie più durature si fa fatica. Dal punto di vista commerciale, invece, i segnali sono buoni e le previsioni lasciano spazio a un cauto ottimismo visti anche gli ultimi mesi in ripresa. Funzionano sempre bene la maglieria e i pantaloni, per una spesa media di 100 euro a regalo». Emanuele Manigrasso della tabaccheria "Nössing" si unisce al coro di positività: «Lavoriamo bene e nella strada c'è sempre abbastanza passaggio di bolzanini. Sugli addobbi pubblici, invece, non è stata trovata uniformità tra noi commercianti e abbiamo rinunciato». Tra una spalata e l'altra alla neve, intanto, Marilena Borsa dell'abbigliamento "Legend" spiega la tendenza nei regali di quest'anno. «Si cerca molto il regalo utile. Noi proponiamo soprattutto vestiti per giovani e abbiamo notato che con i ragazzi si cercano proprio capi di cui si ha bisogno evitando il superfluo. L'assenza di decorazioni natalizie, invece, non preoccupa più di tanto». Ci accoglie sorridendo Letizia Veronese, titolare di "Coconuda": «Dicembre sta iniziando bene, quindi abbiamo il dovere di guardare con fiducia al periodo natalizio. Vero che sugli addobbi non siamo riusciti a fare qualcosa di comune, ma da quando i finanziamenti pubblici sono finiti non possiamo permetterci molto. Il nostro franchising, comunque, nel suo piccolo attira in via Torino i bolzanini interessati al marchio che abitano in altre zone e speriamo che questo funzioni da volano anche per le altre attività commerciali della strada». Da 56 anni, invece, sotto il porticato si trova l'ottico "Facincani". «Le previsioni sono pessime - la fosca premonizione di Renzo Facincani e del figlio Roberto - perché in giro non ci sono soldi. Reggono bene il mercato, rispetto alla media, le stazioni barometriche. Inutile, però, nascondersi dietro a un dito perché è evidente come nell'ultimo decennio via Torino abbia subito un declino e anche il Natale non sia più quello di una volta. L'assenza dei contributi comunali per le decorazioni non fa che confermare il momento di difficoltà che stiamo vivendo».
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