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sabato 1 gennaio 2011

Firmian a Pürgstaller «Case di lusso? Qui l'Ipes neanche ripara i guasti»


BOLZANO. Il vero lusso è potersi concedere una manutenzione puntuale e non dover aspettare per mesi la reazione di un ufficio messo in ginocchio dalle ultime vicende di cronaca. La reazione degli inquilini Ipes di Firmian alle dichiarazioni dell'ormai ex presidente Albert Pürgstaller sono decise e piccate. Se il sindaco di Bressanone aveva denunciato nei giorni scorsi «l'eccessivo standard qualitativo delle abitazioni e le incredibili pretese di alcuni nuclei familiari che si sono permessi di rifiutare l'alloggio assegnato», la risposta dell'inquilinato arriva a stretto giro di posta. Gli alloggi, quindi, sono considerati "giusti" e senza particolari concessioni al lusso. A essere al di sotto dello standard, semmai, sembra essere l'assistenza nella manutenzione mentre qua e là riemergono piccole e grandi difficoltà di un rione dove integrazione e convivenza sono ancora lontani miraggi. «A Firmian - spiega il fiduciario Ipes Michele Vardilli - ci sono 240 alloggi Ipes e nella maggior parte dei casi si tratta di appartamenti dignitosi, di buona qualità costruttiva e con una metratura adatta alle esigenze di chi ci deve abitare. Bisogna ammettere che in provincia di Bolzano siamo parecchio fortunati rispetto ad altre realtà italiane, ma non credo sia utile o necessario abbassare gli standard qualitativi. I problemi del rione, comunque, sono quelli che tutti conoscono: dalla mancanza di scuole e negozi alle difficoltà iniziali nei servizi, ma lentamente sta crescendo e già adesso possiamo dire che le criticità sono un poco quelle che si riscontrano nelle altre aree di competenza dell'edilizia popolare». «Troppo grandi e lussuosi? - sgrana gli occhi Benyahia Lhoussaine - a me non sembra proprio. Noi viviamo in sette in un appartamento abbastanza piccolo. Sia ben chiaro che non intendo lamentarmi e mi ritengo soddisfatto, ma francamente non mi sembra corretto accusarci di facile snobismo». Il primo a portare sul banco dell'accusa l'ufficio manutenzione dell'Ipes è Rinaldo Deiaco. «Quando qualcosa non funziona è bene mettersi il cuore in pace e aspettare un'infinità di tempo. Da mesi chiedo un aiuto per avere un bagno adeguato alla mia disabilità, ma ancora non ho ricevuto risposte concrete. Durante il periodo di Natale, inoltre, il giardino mi si è completamente allagato e dagli uffici hanno assicurato un intervento che sto ancora aspettando: per cercare di risolvere la situazione ho addirittura chiamato i pompieri. Firmian sarebbe una bellissima zona residenziale se non si dovesse fare i conti con le lentezze dell'Istituto». Zafira Froch ha lo sguardo perplesso. «Troppo lusso proprio non lo vedo. E' vero che gli alloggi sono belli, ma ci sono pure delle imperfezioni che vanno sottolineate. I pavimenti, per esempio, sono stati fatti seguendo delle scelte sbagliate sui materiali: qualsiasi cosa è in grado di lasciare macchie permanenti». Si concede una bella risata Renato Bosin: «Diciamo che la qualità c'è, ma abbassare forzatamente gli standard non mi sembra una buona idea. Difetti ce ne sono: a casa mia, per dirne una, gli scuri automatici non hanno mai funzionato e bisogna sempre muoverli manualmente. Ho provato a farmi aiutare dall'ufficio manutenzione, ma le ultime vicende devono aver bloccato tutto perché sono di una lentezza esasperante. Mi ritengo fortunato, invece, ad abitare in una scala dove andiamo tutti d'accordo». Già, perché se a Firmian le case sono di alta qualità, non si può dire altrettanto per tutto quello che gira intorno al rione e ad evidenziarlo sono le parole di un paio di residenti che chiedono espressamente di non essere citati «perché qui non si scherza e le ripicche sono all'ordine del giorno». «Qui ci sono spaccio, prostituzione e microcriminalità varia - lamenta una signora - ma nessuno ha il coraggio di prendere in mano la situazione. Le criticità maggiori sono legate ai nomadi che fanno quello che vogliono e se provi a criticarli ti ritrovi danni alle proprietà, piccoli furti e prepotenze. Una volta per un articolo rilasciai le mie dichiarazioni e il giorno dopo mi ritrovai sotto casa gli zingari che mi minacciavano di ammazzarmi: non è piacevole. Da mesi aspettiamo un cancello all'ingresso dei garage perché di sotto succede di tutto: c'è anche chi vende mobili all'interno del proprio box. Pürgstaller tutto questo non ha il coraggio di dirlo». Chiusura con un altro residente che ci racconta la sua storia sotto anonimato: «A mia moglie hanno rubato la borsa sotto casa mentre tornava a prendere una cosa che aveva dimenticato nell'appartamento. I movimenti bancari della carta hanno permesso di risalire ai responsabili, ma nessuno ha potuto fare nulla. Inutile che poi chiedano ai cittadini onesti di fare denuncia. Qui non ci tutela nessuno e domanderei al signor Pürgstaller se tutto questo può essere ritenuto un lusso...».
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