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lunedì 17 gennaio 2011

I colori delle orchidee richiamano da Schulian centinaia di appassionati


BOLZANO. Alto Adige, terra di orchidee. L’affermazione, discutibile dal punto di vista paesaggistico, non teme smentita nel campo delle passioni. La 16ª esposizione internazionale di orchidee, organizzata dall’altroieri a oggi dalla Floricoltura Schullian di via Merano, sta registrando un gran successo di pubblico. «Siamo molto contenti - dice Martina Schullian, titolare e promotrice della manifestazione - perché vediamo apprezzate anche le attività collaterali come le lezioni degli esperti o il servizio di cura offerto dall’associazione Fdo (Freunde der Orchideen). La ciclicità dell’evento sta permettendo ai bolzanini di affezionarsi a questa pianta e ci sono autentici fanatici tra i visitatori: ogni anno contiamo circa un migliaio di presenti nel weekend. E’ bello poter permettere loro di portare a casa, oltre alla pianta, qualche utile nozione tecnica».
In esposizione, orchidee di tutti i tipi: si va delle fioriture di un blu intenso alle carnivore, passando per l’orchidea di Darwin, protagonista di una storia particolare. «Quando vide questo fiore - spiega il vivaista di Varese Edmondo Pozzi, che ha tenuto una lezione sul tema - Charles Darwin si accorse della lunghissima sacca che contiene il polline ipotizzando l’esistenza di un insetto con una proboscide altrettanto lunga per succhiarne il contenuto. La comunità scientifica lo derise, ma dopo trent’anni fu scoperta una falena Xantophan con queste caratteristiche e la pianta prese il nome dello studioso».
Tocco di internazionalità, con il belga Gerhard Schmidt che presenta due unicità. «La prima è un ibrido sperimentale con una perfezione del fiore e delle dimensioni che ne hanno fatto un esemplare unico, con prezzo di 380 euro. Poi c’è l’orchidea carnivora: presenta un labellum (la sacca contente il polline) dentro il quale entrano, ma non riescono a uscire, insetti grandi. Che rimangono uccisi».
Tanti, come detto, gli altoatesini che si sono precipitati da Schullian. Arriva da distante Monika Lampacher: «Direttamente da Funes per questa esposizione. A casa ho circa 20 esemplari di orchidee e non potevo mancare a quello che per me è un vero e proprio happening tradizionale».
Elisa Heumader e Natalia Lupanciuc sorridono con due nuove piante tra le mani. «Impossibile non innamorarsi di queste meraviglie, per quanto possano essere delicate».
Carico di fiori, stavolta portati direttamente da casa, è anche Zeno Odorizzi: «Intendo farle “visitare” dagli esperti perché ci tengo a curarle nel migliore dei modi. L’orchidea è una pianta d’impatto e questa manifestazione rende giustizia alla sua bellezze e rappresenta quanto di meglio, pure in termini culturali, possa offrire un vivaio».
Chiusura con Heinrich Prader, Konrad Bacher e Hans Zambaldi, i “dottori” dell’associazione Fdo. «I problemi maggiori arrivano dalla troppa acqua che spesso viene data a queste piante. Il suggerimento è di innaffiare moderatamente una volta ogni 14 giorni, tenendola alla luce ma senza il sole diretto. Temperatura tra i 16 e i 24 gradi. A marzo, poi, avremo la nostra esposizione ad Andriano con il meglio di 100 soci».

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Alan Conti

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