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mercoledì 12 gennaio 2011

Via Roma, la ciclabile diventa gimkana. Gli abitanti perplessi


11 gennaio 2011 — pagina 16 sezione: Cronaca

BOLZANO. I pedoni la guardano con diffidenza, i negozianti avvertono i clienti di farci attenzione e i ciclisti si impegnano a percorrerla senza perdere l’equilibrio: la variante alla pista ciclabile in via Roma lascia i bolzanini perplessi. L’accusa principale è quella della scarsa sicurezza in un tratto dove il marciapiede è già stretto.
Buona dose di scetticismo anche intorno all’isola pedonabile disegnata dalla variante della corsia per le bici: progettata per lo spostamento della fermata dei bus al momento ospita due bidoni delle immondizie. Basta muovere di pochi centimetri i cassonetti, dunque, per aggiungerli agli ostacoli da affrontare sulle due ruote. Fa discutere, comunque, pure il trasloco della sosta Sasa che apre nuove prospettive commerciali per qualcuno e complica il lavoro di altri.
A rompere il ghiaccio del malcontento è Katia Sfondrini del tabacchino “Via Roma 7” che sta davanti alla variante: «Si tratta di una soluzione che non può in alcun modo lasciare soddisfatti perché illogica e pericolosa. La maggior parte dei ciclisti, bisogna ammetterlo, la affronta con calma e attenzione, ma non mancano i fenomeni che percorrono questo pezzo a tutta velocità. L’altro giorno, per esempio, una signora appena uscita dal tabacchino ha rischiato l’investimento. Certo che, commercialmente, se dovessero spostare la pensilina potremmo avere dei vantaggi e non a caso ci stiamo attrezzando per vendere gli abbonamenti Sasa».
Il marito e collega Alessio Sfondrini guarda la strada scuotendo la testa e lascia libero spazio al sarcasmo: «Hanno allargato il marciapiede, d’accordo, ma il transito delle biciclette a pochi centimetri dai pedoni non lascia del tutto tranquilli». Non tutti, però, sono critici e Renzo Zatin in sella alla sua bici rilascia un telegramma di sostegno alla nuova soluzione: «Se la novità serve a migliorare la sicurezza, non possiamo che salutarla con favore e sostegno». Meno entusiasta è Lin Xiang: «Alla fine si rischia di rendere più pericoloso il marciapiede senza risolvere il problema. Forse era meglio lasciare la fermata davanti al bar». Nello stesso posto dove vorrebbe continuare ad averla Daciana Rosu che incontriamo proprio al bancone dell’Internazionale: «Per me è comodo perché mi permette di uscire e trovare subito l’autobus senza dover camminare molto al buio. Gli stessi utenti della Sasa, nell’attesa, si fermano spesso sotto il tendone del bar che li ripara dalla pioggia e dal sole in estate. Perderla sarebbe davvero un peccato». «La fermata funziona così com’è - le fa eco il collega Alexandru Medrea - e in questa posizione serve meglio tutta la zona di via Novacella o via Verona. Lo spostamento non mi sembra particolarmente funzionale». Elena Martiolese, invece, concorda con la scelta della Sasa «che sgrava finalmente l’incrocio da un potenziale rischio che in questi anni ha causato diversi incidenti. Non era pensabile, infatti, far scendere i passeggeri del bus direttamente lungo la pista ciclabile». Dall’agenzia immobiliare “Immoconsult”, però, Luca Roccazzella torna sulla deviazione della corsia riservata alle due ruote: «Chi passeggia per la strada non si rende conto che a pochi centimetri passano le biciclette, qualcuna a forte velocità. Lo spostamento della Sasa, invece, è una medaglia dalla doppia faccia: da una parte significa un aumento della visibilità per noi, dall’altra c’è un forte bacino d’utenza dei bus che troverà la novità piuttosto scomoda. Mi riferisco in particolar modo agli studenti delle professionali tedesche che affollano i mezzi nelle ore di punta».
Il presidente della Sasa Stefano Pagani motiva così il cambio di fermata: «Questione di sicurezza che finalmente mette gli utenti nelle condizioni di non dover scendere dal bus su una pista ciclabile. Ora che i lavori sono ultimati non resta che sistemare la segnaletica. Poi si potrà procedere con lo spostamento della pensilina». (a.c.)

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