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martedì 1 febbraio 2011

L'assemblea popolare boccia il nuovo garage in via Visitazione


di Alan Conti
BOLZANO. Costruire un parking interrato in via Visitazione è come infilare un elefante in una cristalleria. I residenti della strada che collega viale Europa con via Milano levano gli scudi e in un'assemblea popolare organizzata ieri sera dalla circoscrizione hanno avanzato (all'assessore Peintner Kofler e al mobility manager del Comune Sergio Berantelli) tutte le loro perplessità sulla realizzazione del parcheggio nella zona del piccolo parco vicino alla sede dell'associazione "La Strada". Platea interessata e pronta a ribattere colpo su colpo al progetto della cooperativa. Al primo posto delle contrarietà troviamo l'incognita legata alla sicurezza di un passaggio troppo stretto per sopportare una consistente mole di traffico, poi la perdita di una porzione di verde in un quartiere già povero e, infine, il disagio di una via spezzata in due tronconi durante i lavori. Tutto rafforzato da una petizione che conta 141 firme. La Circoscrizione, dal canto suo, aveva espresso giudizio favorevole in una votazione consultiva, ma non tutte le posizioni sono allineate e le cautele dei consiglieri abbastanza evidenti. Spunta, inoltre, una possibile alternativa per il parcheggio vicino al Centro Lovera invocata dagli abitanti. «Quella strada - le parole della residente Carmela Marsibilio, aiutata sotto l'aspetto tecnico dall'ingegner Giovanni Palumbo - è classificata dal Comune stesso come pedonale/ciclabile, non proprio la categoria migliore per costruirci un parcheggio interrato da una cinquantina di posti. La sicurezza, in una strada così stretta, rischia di essere compromessa in modo evidente considerando anche che è totalmente priva di marciapiede. Non è neppure auspicabile perdere ulteriore verde pubblico in un quartiere che, in questo senso, è tra i più svantaggiati della città. Il nostro pensiero, comunque, va ai bambini, agli anziani o ai disabili che dovranno pagare il dazio del traffico per soddisfare l'interesse di una cooperativa che, oltretutto, annovera gran parte di soci che nemmeno abitano in via Visitazione». Un'alternativa, però, ci sarebbe: «Sì - riprendono Marsibilio e Palumbo - ed era stata individuata in un'area vicina al Centro Lovera. La parrocchia, oltretutto, ne era entusiasta perché il progetto rientrerebbe nella loro volontà di ampliamento del centro». Presente all'incontro, come detto, parte della Circoscrizione Europa-Novacella con il presidente Carlo Visigalli (Pd) che prova a trovare una quadra all'intricato discorso: «Il consiglio di quartiere aveva espresso parere favorevole nella scorsa legislatura. In fondo non si può nascondere come il progetto abbia ricevuto l'ok da tutti gli uffici comunali competenti. In seguito, però, gli abitanti hanno ravvisato dei pericoli per la sicurezza di una strada già priva di marciapiede e per la perdita di verde pubblico. Sull'aumento del traffico attendiamo anche noi delle rassicurazioni, magari con un piccolo esproprio che possa allargare la carreggiata». Più deciso Lorenzo Spinelli (Pdl), consigliere oggi ma presidente al momento della precedente votazione: «Il piano parcheggi è stato approvato in modo compatto. Per due anni nessuno si è fatto sentire e ora ci ritroviamo a fare i conti con una petizione popolare. Credo che alla fine la commissione edilizia sarà in grado di risolvere i dubbi sulla sicurezza e operare senza pericolo alcuno per i residenti». Rassegnato appare Kilian Bedin (Svp): «Va detto che l'ubicazione non è certo delle migliori. Dai tecnici, dagli uffici competenti e dal mobility manager Sergio Berantelli, comunque, abbiamo ricevuto ampie rassicurazioni in merito alla sicurezza, quindi suppongo che alla fine si possa procedere. Vero che era stata ventilata l'alternativa vicino al Centro Lovera, ma credo non possa essere percorribile per un discorso di tempistica. L'obiettivo del Comune, comunque, è sempre quello di liberare la superficie urbana dalle auto». Chiusura per Francesca Maffei (Verdi) nella duplice veste di consigliere e residente: «Ammetto che si tratta di una soluzione troppo pericolosa. Il rischio è reale se pensiamo che bastano due macchine che si incrociano per costringere una delle due a fare retromarcia».
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