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lunedì 7 marzo 2011

In 400 con l’Anpi contro il fascismo «Bolzano è qui, per la convivenza»


“Bolzano è di chi ci abita”. L’hanno scritto sugli striscioni e annunciato nei megafoni, richiamando valori come convivenza democratica, rispetto e, inevitabilmente, antifascismo. Sono arrivati in 400 ieri pomeriggio per rispondere all’invito dell’Anpi, degli Studenti Consapevoli e dei partiti della sinistra a dire che Bolzano non tollera la calata dei neofascisti in difesa di monumenti che devono, definitivamente, imboccare la strada della storicizzazione. Inutile negarlo, comunque, che tutta la manifestazione ha vissuto con il convitato di pietra di “Casapound”e le notizie in arrivo dalle piazze Mazzini e Vittoria, fino al paradossale contatto visivo lungo Corso Libertà. La strada nel cuore di Bolzano, segata in due da mezzi e poliziotti in antisommossa e piombata in un silenzio teso e irreale, è stata l’immagine simbolo di una giornata difficile per la città retrocessa di colpo alle atmosfere di qualche decennio fa. Ad alcuni bolzanini, addirittura, è stato impedito il passaggio dall’altra parte del corso perché i capelli troppo lunghi o un determinato abbigliamento potevano rappresentare una provocazione per il corteo di “Casapound”.
Il ritrovo della manifestazione nel primo pomeriggio, comunque, ha sancito l’intitolazione ufficiale della piazzetta antistante gli uffici universitari di via Ospedale a Franz Innerhofer, insegnante vittima di un omicidio fascista il 24 aprile 1921. Il ponte antifascista, comunque, è stato gettato a livello intergenerazionale con l’Anpi al fianco degli Studenti Consapevoli. "Per noi è molto importante – ha spiegato il presidente dell’Anpi altoatesina Lionello Bertoldi – rapportarci con i giovani perché ora tocca loro difendere i valori della Costituzione e delle conquiste della lotta partigiana. Oggi abbiamo la città invasa da neofascisti che sviliscono le fondamenta della democrazia per identificarsi in relitti che vanno riposti nella storia. Dobbiamo, al contrario, esaltare la nostra autonomia come scambio alla pari e come diritto a saperci autogovernare". "Mai più fascismo- gli fa eco l’omologo trentino Sandro Schmidt – in Alto Adige, Italia ed Europa. Sarebbe ora che certe organizzazioni come Casapound fossero considerate fuorilegge anziché permettere loro marce lugubri su monumenti del passato". Al fianco, come detto, si leva la voce degli Studenti Consapevoli, rappresentati da Giacomo Gatti. "Che brutto constatare che c’è chi ripone la propria identità in tristi relitti di marmo imposti con grandi sofferenze e senza nessun rispetto della personalità dei singoli. Noi siamo qui solo per dirci orgogliosi del nostro vivere democratico". Microfono pure per Joachim Gasser di Antifa Merano: "Solo qui italiani e tedeschi insieme possono difendere il loro diritto alla convivenza, senza assistere alla discesa dell’inciviltà dalle altre regioni d’Italia". In testa al corteo, che si è poi mosso in direzione piazza Adriano lungo via Dante e viale Druso, si è posizionato il consigliere comunale Guido Margheri (Sel). "La cattiva notizia è che i neofascisti sono arrivati in città, la buona è che i bolzanini della nostra manifestazione sono dieci volte tanto quelli dell’altra". Durante lo spostamento, inoltre si sono aggiunti il sindaco Luigi Spagnolli e l’assessore provinciale Christian Tommasini che hanno testimoniato la loro solidarietà. "Questa è la vera manifestazione – le parole del primo cittadino – mentre dall’altre parte non ci sono i bolzanini". Presenti, tra gli altri, pure rappresentanti di Verdi, Idv, Prc oltre alle bandiere rossonere e i fumogeni lanciati dai gruppi anarchici di Bolzano, Merano e Trento. Molti, inoltre, i cartelli e gli striscioni contro i dirimpettai: si va da “Fascisti su marte” a “Casapound fuorilegge”, passando per un simpatico disegno dell’eroe dei videogiochi Super Mario Bros che schiaccia la tartaruga, simbolo dell’organizzazione di destra. A corollario, inoltre, i tanti tamburi battenti e i canti della tradizione più classica della sinistra italiana come “Bella Ciao” e “Bandiera Rossa”. Il campionario, insomma, è quello della polarizzazione politica forte che ha caratterizzato molte delle manifestazione passate, ma che a Bolzano non si vedeva da un po’. "Viene da piangere a vedere quello che sta accadendo oggi alla nostra città: un salto indietro che fa spavento" la dichiarazione di un vecchio militante. Una tensione strisciante, insomma, ritmata dalle continue domande ai vari cellulari su posizionamento, numero e percorso dell’altro corteo. Clima pesante che si è concretizzato, come detto, nell’assurda divisione di Corso Libertà con le due sponde a guardarsi in modo surreale e i poliziotti intenti a non far passare nemmeno uno spillo. Atteggiamento che ha mandato su tutte le furie diversi bolzanini come Rita Fadili: "Devo andare in un negozio vicino a piazza Mazzini e non mi hanno fatto passare perché sostengono che il mio abbigliamento e la mia capigliatura rappresentano una provocazione verso Casapound. Assurdo". Dello stesso tenore le lamentele di decine di bolzanini, anche estranei alla manifestazione. Rimane sulla siepe, in mezzo al guado, un ultimo striscione simbolico: “Bolzano è di chi ci abita”.

2 commenti:

  1. solo chi non ha futuro non ha forti radici, ecco perchè i "resistenti" che si macchiarono dei più atroci delitti contro i propri fratelli, che uccisero e stuprarono bambine, una per tutte Giuseppina Ghersi, hanno ancora il coraggio di mistificare la realtà, sanno di non avere futuro ed è la storia che li condanna, ma non quella riscritta da loro, quella di ogni giorno vissuta e combattuta. Si respirava ordine e compostezza sabato alla manifestazione. Non un grido, non un improperio, non un insulto. Ho sentito salire dal cuore di quei ragazzi solo un urlo silenzioso,
    VIVA L'ITALIA!

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  2. Letto su uno striscione della manifestazione di Casapound "Nei momenti felici la gioventù di una grande nazione prende gli esempi, nei momenti difficili li dà". Che esempi dà ? l'esempio di prendere a cinghiate il nemico? l'esempio di creare disordini ? Il popolo di Bolzano ha dato silenziosamente un grande esempio all'Italia: l'esempio di rispondere alla provocazione di quattro sfaccendati psicopatici imbandierati con la compostezza ed il silenzio di un grande popolo. Brava Bolzano, se esiste un'Italia civile è grazie anche al tuo popolo, all'educazione della tua gente.

    Perchè alla violenza si deve rispondere solo così per vincere: con il silenzio e l'indifferenza.

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