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lunedì 28 marzo 2011

La base Svp: «Rafforzare l'autonomia e limitare la democrazia diretta»


di Alan Conti
zoom . BOLZANO. La base Svp annuisce in platea al discorso dell'Obmann Richard Theiner ma non manca, nell'elegante bouvette del Kursaal meranese, di porre qualche distinguo. La Stella alpina del futuro non può prescindere dalla compattezza, ma la democrazia diretta, la gestione del rapporto con gli italiani e la possibile lotta alla successione di Durnwalder sono granelli sufficienti a inceppare il meccanismo monolite del partito di raccolta. Le parole dei delegati al congresso dei vari circondari, dunque, lasciano trapelare posizioni differenti su alcuni temi portanti, anche se non mancano posizioni concordanti sull'esagerazione delle ultime politiche per le Festa dell'Unità italiana e la scelta del rafforzamento dell'autonomia. «La Svp - comincia Peter Epp del Burgraviato - non può prescindere dall'anima di partito popolare, quindi la consultazione dei cittadini è uno strumento necessario. Durnwalder, invece, dovrebbe mantenere la sua posizione di presidente della Provincia: è ancora lui l'uomo ideale». Per la bolzanina Tanja Rainer «il referendum per l'aeroporto è già stato fatto e non si può pensare di sottoporre tutto al giudizio popolare. La rappresentanza politica è comunque frutto di un'elezione, quindi merita più fiducia. Delicata, invece, la questione monumenti nel capoluogo e credo che prima ancora di parlare di rimozione sia necessario cercare la strada dell'effettiva storicizzazione». Prova a immaginarsi il dopo Durnwalder il sindaco di Laion Stefan Leiter: «Posto che deve essere una decisione che arriva direttamente da lui, immagino che in caso di successione sia quantomeno necessaria una consultazione interna al partito tra i delegati. Non mi sembra praticabile, invece, la strada delle primarie come quelle fatte dal Pd. La democrazia diretta, invece, è un bel concetto, ma bene ha fatto l'Obmann a mettere dei paletti chiari: su certi temi non possiamo pensare di bloccare la politica, quindi l'innalzamento delle firme necessarie e l'abolizione del quorum sono certamente soluzioni di buon senso». Concorda l'assessore comunale di Castelrotto Martin Fill: «Non possiamo farci prendere dall'onda populistica della democrazia diretta ad ogni costo. Per il dopo Durnwalder, invece, credo ci siano alcune personalità in grado di guidare l'Alto Adige, ma solo con un'ampia consultazione elettorale interna possiamo dare delle chance anche agli outsider». Del tutto in linea con la strada tracciata da Theiner è Martin Alber dell'alta valle Isarco. «Oggi l'Obmann ha posto una forte candidatura per il futuro. Aumentare le competenze dell'autonomia, con un governo italiano disposto al dialogo, e limitare il referendum popolare solo alle grandi infrastrutture di impatto mi sembrano due concetti condivisibili». Tornano sulle recenti polemiche e i rapporti con il gruppo italiano Arnold Larcher di Cornedo e Stefan Egger del Burgraviato. «La vera questione non è l'adesione della Svp al 150esimo, ma il silenzio verso l'identico atteggiamento della Lega Nord: sono stati usati due pesi e due misure. Crediamo, comunque, che ormai per Durnwalder sia giunto il capolinea, ma chi subentrerà dovrà essere in grado di imporre una linea politica nuova perché imitarlo sarebbe fallimentare». Spingono i problemi italiani in un angolo, invece, Christof Brandt (Bolzano) e Ingrid Gartner (Merano): «La Stella alpina è abituata a ragionare in termini di Realpolitik e non a seguire le forzature, quindi ha più senso discutere dell'aumento delle competenze per rafforzare lo strumento autonomistico da tutti considerato ottimale. Il Landeshauptmann, nel frattempo, dovrebbe adoperarsi in prima persona per aiutarci nella scelta del successore». Assai meno conciliante, infine, la riflessione del pusterese Martin Krautgasser. «Speriamo che Durnwalder non lasci, già mi immagino i Bezirke in lotta aspra: eventualità da scongiurare in tempi in cui abbiamo bisogno più che mai di compattezza».
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