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lunedì 28 marzo 2011

Legacoop: più spazio alla cooperazione


26 marzo 2011 — pagina 12 sezione: Altre

BOLZANO. Alla presenza dei delegati delle 190 cooperative associate, si è svolto ieri il decimo congresso provinciale di Legacoopbund. Con il titolo generale “L’Alto Adige che vogliamo”, sono state discusse e deliberate importanti misure per il futuro dell’organizzazione. In primo luogo è stato deciso di dare il via ad una campagna di ulteriore ascolto e di coinvolgimento delle cooperative e dei soci.
Il congresso della Legacoop provinciale che si è tenuto ieri alla Camera di Commercio lancia una nuova sfida al mondo cooperativistico altoatesino: immaginarsi il migliore Alto Adige possibile per il futuro. In termini concreti, quindi, quello che la Lega diretta da Alberto Stenico si appresta a fare è la sintesi di auspici e prospettive negli svariati ambiti in cui operano le coop provinciali. Un’azione che ha preso il via ufficialmente ieri con il primo intervento di 5 delegati e che vedrà compimento nel prossimo congresso, in programma il 18 novembre 2011.
Ieri il primo assaggio di un lavoro che toccherà praticamente tutti i settori della società altoatesina: dall’economia alla formazione passando per ambiente, cultura o integrazione. Spiega il moderatore della giornata e socio della coop “Mediaart” Markus Frings: «Gettare lo sguardo così in avanti aiuta a definire bene quali siano i passi da fare». Un primo assaggio, come detto, arriva dalle interviste concesse ieri da 5 delegati in un’aula gremita della Camera di Commercio. «In Alto Adige - l’opinione di Walter Garber (cooperativa Bibliogamma) - bisogna partire dal rafforzamento e la valorizzazione di concetti come integrazione e cultura. Il tutto, però, non può prescindere dalla volontà di tutti i gruppi linguistici di muoversi in una stessa direzione. Un progetto che affronta in modo concreto queste istanze è senza dubbio quella della biblioteca digitale: la vera democrazia del sapere che andrebbe implementata da parte del potere politico ed economico». Tratta di scuola e di visioni generali l’intervento di Emil Girardi (Canale Scuola). «La nostra terra manca di progettazioni ad ampio respiro e strategie che siano forti e lungimiranti. Troppo spesso, sia a livello politico sia di popolazione, ci si accontenta di opere di piccolo cabotaggio. Il settore della scuola, tutto sommato delineato e vetusto, riflette perfettamente questa tendenza. Come cooperativa non ci siamo mai sostenuti sul finanziamento pubblico provinciale, ma l’unica cosa che chiediamo alla politica è di proporci finalmente visioni ad ampio spettro». Pasquale Torcasio (Cle), pragmaticamente, si accontenterebbe di mantenere gli standard economici e sociali attuali «di un territorio, dove è ancora possibile sviluppare le proprie iniziative imprenditoriali. La vera scommessa, semmai, riguarda il ruolo dei giovani che troppo spesso si trovano senza prospettive solide per il futuro in mancanza di un lavoro o di una retribuzione che sia adeguata. La politica pensi prima di tutto a loro». Particolarmente affezionato al sistema della cooperazione Günther Tirler (Svg Bau): «Abbiamo notevoli potenzialità sul nostro territorio e non sempre le sfruttiamo appieno». Chiusura con l’analisi del mondo della badanti di Emilia Cristea (Assist), rumena da 11 anni a Bolzano. «Si parla con troppa facilità del nostro lavoro, ma ci vorrebbero dei corsi più specializzanti. L’esperienza è fondamentale, così come lo studio della lingua tedesca. Logico ed evidente, quindi, che un Alto Adige in grado di offrire di più in questo senso sarebbe l’ideale». Approvate, infine, alcune piccole modifiche allo statuto ed eletti i delegati provinciali al congresso nazionale che saranno Stefano Ruele e Fiammetta Bada. (a.c.)

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