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mercoledì 23 marzo 2011

Pacchi e raccomandate si ritirano in via Similaun. Cittadini esasperati


di Alan Conti
zoom . BOLZANO. Raccomandate e pacchi postali? Da tre mesi si ritirano solamente nell'ufficio postale di via Similaun, anche per chi abita a chilometri di distanza. La novità, varata da Poste italiane, riguarda per ora solo la zona di Don Bosco ed una parte del rione di Gries. Un riassetto dei servizi gran poco annunciato e parecchio discutibile che ha mandato su tutte le furie buona parte dei bolzanini, scocciati dalla scomodità di dover affrontare code chilometriche per il concentramento dell'utenza in un singolo punto. Il pensiero, oltretutto, va alle tante persone anziane che utilizzano i servizi postali e che si vedono costrette a trasferte improbabili. Gli stessi vertici delle Poste cercano di spiegare come possono le motivazioni di una scelta tanto impopolare. «E' stato deciso - fanno sapere dall'ufficio stampa di Venezia - di accorpare il servizio di ricezione di raccomandate e pacchi in un unico ufficio per snellire al meglio l'offerta dei numerosi altri servizi delle sedi di quartiere che sicuramente hanno frequenza più intensa. Il ritiro di pacchi e raccomandate, infatti, avviene molto più raramente di bollettini, pensioni o prodotti postali. La concentrazione in un solo luogo, inoltre, permette di ridurre il margine di errore e di dispersione». Le prospettive, inoltre, sono quelle di un allargamento della procedura di decentramento a tutta la città: soluzione non confermata ufficialmente ma considerata inevitabile da ambienti interni alle Poste. L'operazione, ribadiscono, è stata pensata anche per ridurre i margini di errore e perdita dei pacchi postali tra i vari uffici. «Quello che stanno facendo è un'autentica follia - spiega Renato Palaia - perché spostano un servizio importante in una zona lontana per molti e, oltretutto, molto difficile da trovare. Per chi, come me, abita in via Capri significa percorrere alcuni chilometri per ritirare una raccomandata, il che potrebbe essere molto difficoltoso per le persone anziane. Lo stesso personale dei nostri uffici di competenza si è schierato contro questa decisione». Alfonso Maddaluno, dal canto suo, è fortunato «perché abitando in via Bari non sono molto distante dal centro per i pacchi e le raccomandate, ma di certo non posso che essere solidale con gli anziani che si trovano spiazzati da una scelta difficilmente comprensibile». Non è affatto tenero il giudizio di Giovanni Tellan: «Poste non azzeccano una scelta che sia una e i disservizi si allargano ormai a macchia d'olio. Dovrebbero essere vicini ai cittadini, dato che si rivolgono pure alle categorie più delicate, e invece fanno scelte differenti. L'elenco delle scelte discutibili della sede centrale, comunque, sarebbe lungo e laborioso: lo spostamento delle raccomandate in via Similaun è solo la punta dell'iceberg». L'esempio concreto delle difficoltà di alcuni anziani arriva diretto da Tiziana Pruner: «Sono dovuta andare a ritirare una raccomandata per la mia mamma ed è stato un incubo. Prima di tutto trovare l'ufficio per chi non lo frequenta abitualmente è impresa ardua, poi la coda e il fastidio di una scomodità che si poteva evitare. Mi chiedo, poi, con quale ragione si sia deciso di andare in via Similaun quando si poteva scegliere la sede centrale o, perlomeno, quella di piazza Adriano». Edoardo Cagol e Ottaviano Bocconi sono sconsolati: «Ormai non ci stupiamo più di niente. E' davvero una soluzione scriteriata». Risoluto l'atteggiamento di Alferio Autieri mentre esce dagli sportelli di via Sorrento: «Bisogna fare qualcosa per fermare questo riassetto che danneggia i cittadini. Per quale motivo devo macinarmi i chilometri per ritirare una raccomandata o un pacco se ho avuto la sfortuna di non essere in caso quando doveva essere consegnata?». Da uno sportello cittadino, intanto, arriva la conferma dei possibili sviluppi: «Per ora la novità riguarda via Resia e via Sorrento, ma poi si estenderà a tutta la città». «Non ci piace per nulla quel che sta succedendo», sentenzia sintetica Jarka Schützova. Presi in contropiede, infine, i sindacati di categoria: «Non sapevamo nulla - ammette Antonio Poddesu della Slc-Cgil - ma l'azienda ha la facoltà di indire sperimentazioni senza comunicarcele per un lasso di trenta giorni. Certamente chiederemo delle spiegazioni perché la novità non è certo delle migliori». Tra gli anziani la preoccupazione è alle stelle.
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