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venerdì 15 aprile 2011

Aumenti per i pendolari La Cisl: una scelta evitabile


BOLZANO. «L'aumento del 70% delle tariffe sul trasporto pubblico provinciale è una mazzata per i pendolari che si poteva tranquillamente evitare». E' duro il commento del segretario provinciale della Cisl Michele Buonerba sugli aumenti decisi dalla giunta provinciale che colpiranno in particolar modo le tasche dei lavoratori con sede distante da casa. Una strada per alleviare la botta, comunque, la Cisl l'avrebbe individuata: «Dopo gli accordi di Milano la Provincia incamera gran parte dell'Iva e delle accise che vengono versate sul costo del carburante. I 7/10 dell'importo, infatti, vengono girati puri dallo Stato a Palazzo Widmann, mentre i restanti 3/10 vengono spartiti seguendo un complesso calcolo che tiene conto del Pil locale rapportato a quello nazionale. L'Iva al 20%, inoltre, è calcolata anche sulle accise generando una paradossale tassa sulla tassa. Evidente, quindi, che l'aumento del costo di produzione, così come dell'incidenza delle accise cui si aggiunge la nuova voce destinata ai beni culturali, porti nuova linfa nel forziere provinciale». Un guadagno che la Cisl ha quantificato in «23 milioni di euro in più, considerata la differenza tra i 140 milioni di tributi riscossi dallo Stato e riassegnati alla Provincia nel 2009 e i 163 calcolati per il 2010. Un nuovo introito che si potrebbe tranquillamente travasare parzialmente nel fondo di sostegno ai pendolari con mezzo pubblico o privato». I segnali, però, non vanno affatto in questa direzione. «No - riprende Buonerba - dato che la cifra stanziata per questa voce era di 2 milioni e 200mila euro e tale è rimasta senza alcuna variazione. Non contenta, però, la Provincia ha deciso di stringere le maglie delle concessioni con requisiti più restrittivi che hanno fatto crollare le domande di contributo da 9.300 a 7.200. L'imposizione di calcolare tutto su base annuale, per esempio, danneggia gli insegnanti che logicamente si trovano sempre con un intervallo spezzato da due differenti periodi scolastici». Per il sindacato, insomma, sono parecchie le misure che andrebbero riviste prima di ritoccare le tariffe verso l'alto: «Il redditometro, per esempio, entrerà in vigore nel prossimo mese di settembre, ma prevede l'esenzione di due voci importanti come trasporto e casa. Chiediamo che entrambi siano riportati all'interno della cornice del Durp. Il finanziamento di concessionari, inoltre, avviene unicamente in base alla distanza chilometrica tralasciando completamente il numero di passeggeri trasportati: avrebbe molto più senso un sistema misto». (a.c.)

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