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lunedì 4 aprile 2011

Gli inquilini Ipes: l'istituto è bloccato, fatica anche a cambiare le lampadine


i Alan Conti
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BOLZANO. L'Ipes è bloccato o si muove in assoluto rilento. E' questa la sensazione di molti inquilini dell'Istituto di edilizia agevolata che vivono nei cortili dei condomini tra piazza Matteotti e via Torino. Il sistema clientelare con cui si sono gestiti per anni gli appalti relativi ai lavori di manutenzione degli immobili è ormai uno sbiadito ricordo, il sistema di lavoro all'interno dell'ente è stato rivoluzionato ma le cose troppo spesso vanno a rilento. Gli uffici coinvolti dal terremoto estivo hanno - infatti - cambiato i vertici direttivi senza, però, portare nel concreto una maggiore rapidità di intervento. Ma che succede nel concreto? Ci sono facciate ormai vetuste che hanno bisogno di un rapido intervento, singole lampadine fulminate nei giroscala a cui si aggiunge l'eterna questione degli ascensori esterni e della mancata rimozione di bici o scooter abbandonati. Se l'aver decapitato un presunto sistema clientelare è senz'altro catalogato dagli inquilini alla voce "fattori positivi", lo scotto che si trovano a pagare adesso è quello di un complessivo rallentamento dei lavori. All'orizzonte, inoltre, si profila l'affidamento dell'amministrazione dei condomini ad un privato ed è stato lo stesso Istituto di via Milano a chiedere consiglio ai residenti, qualche mese fa, per capire quale avrebbe potuto essere il nome corretto, in parole povere la persona giusta da scegliere. Non mancano, comunque, le voci di chi non ha notato particolari cambiamenti, né in negativo né in positivo. «Lei mi chiede cosa ne penso dell'Ipes? Penso che sia assolutamente latitante - spiega Alberto Siepe - e questo succede non solo per le questioni, divenute logicamente delicate, in cui è necessario bandire una gara d'appalto, ma anche per le piccolissime questioni di ordinaria gestione quotidiana. Da mesi, infatti, abbiamo in cortile un carrello, biciclette e motorini abbandonati e mai che si siano decisi a rimuoverli. Alcuni lavori, inoltre, vengono eseguiti senza la minima cura». A sottolineare un paradosso, invece, ci pensa Giacomo Ferri: «Verso le passeggiate di via Genova esiste una recinzione con una porta sempre aperta ed una sbarra dove passare sotto. Messa lì per scoraggiare l'ingresso degli estranei sistemata così oggi è francamente ridicola». Molto meno crucciato è Gioventino Pressianotto: «Non è cambiato proprio nulla dal grande scandalo. Se qualcosa doveva migliorare non è migliorato, ma lo standard generale è comunque soddisfacente». Altri, invece, sono gli aspetti che interessano Marco De Santis: «Sulla manutenzione degli spazi comuni tutto sommato non ci lamentiamo, ma il pagamento del sussidio casa avviene in modo irregolare e con ritardi ingiustificabili». Giorgio Nones rispolvera una faccenda bollente: gli ascensori! «Sono stati installati solo in alcuni edifici e in altri no. Intanto aspettiamo». Più articolata la riflessione di Mirko Tabbiadon: «La struttura gestionale andrebbe rivista perché troppo spesso i passaggi tra gli uffici e i fiduciari sono macchinosi e complessi ed alla fine portano all'immobilismo. Io aspetto da quasi due anni che mi inseriscano il nome sul campanello, assurdo. Andrebbe fatta, poi, una campagna contro chi getta dalla finestra il mangime per i piccioni». «Meno di un mese fa - prende la parola Severino Calovi - abbiamo ricevuto la richiesta di pagamento della rata d'amministrazione senza l'annesso cedolino e tutto a circa quattro giorni dalla scadenza. Allucinante. Molte delle spese, inoltre, non possono essere domiciliate, con il risultato di costringere tutti a pagare sempre le commissioni postali o bancarie». Daria Stefani getta lo sguardo sulle facciate di alcune case: «Sono proprio brutte, avrebbero bisogno senza dubbio di una sistemata». Milorad Plazinic, dal canto suo, è contento dei cambiamenti: «Siamo riusciti ad allontanare alcune mele marce ed eliminare la corruzione. Ho fatto recentemente dei lavori in casa e tutto è filato liscio, senza problemi. Ho assistito alla messa in opera di un lavoro certosino con un'attenzione che prima non vedevo». Quindi la chiusa con le parole di Graziella Palma e Franca Franzoni: «Vero, in generale ci sono situazioni più complicate della nostra. Talvolta dobbiamo fare i conti con decisioni che vanno troppo a rilento anche per questioni di poco interesse, come alcune luci saltate all'ingresso dei condomini, che infastidiscono. Il vero appunto da inoltrare all'Istituto di via Milano, però, riguarda la gestione degli appartamenti perché sono davvero troppi quelli vuoti in un momento in cui si parla insistentemente di costruire nelle aree verdi della città».
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