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mercoledì 4 maggio 2011

Casanova, abitanti al Comune: troppe case e favori alle cooperative


di Alan Conti
zoom

BOLZANO. «Avete venduto ai cittadini un quartiere diverso da quello che state realizzando per soddisfare le richieste delle cooperative». Il sopralluogo degli assessori comunali Chiara Pasquali e Luigi Gallo per le strade di Casanova si trasforma in un atto di accusa all'amministrazione da parte di un nutrito drappello di residenti nel rione. Ad accendere il fuoco della polemica è il famoso lotto C, previsto inizialmente con destinazione unicamente a terziario e convertito in parte, dopo due bandi andati deserti, all'edilizia abitativa. Peter Malfertheiner ed Helen Ellecosta, rappresentanti del "Laboratorio Casanova", si presentano al sopralluogo armati di dati e statistiche. «Con parte del lotto C affidata al residenziale il numero degli appartamenti aumenta del 14%, passando da 950 a 1.080. Moltiplicato per la composizione media di tre membri per famiglia si ottengono 3.240 abitanti per un totale di 303 ad ettaro. Calcolando l'intera città, infine, risulta che Casanova avrà una densità abitativa 13 volte superiore di tutta Bolzano». «Ma avete mai provato a coinvolgere la Provincia?», chiede Mauro Faggionato agli assessori. Secca la replica della Pasquali: «Al bando poteva partecipare qualsiasi ente pubblico, compresa la Provincia. La più grande specialità di Palazzo Widmann è dire "quanto siamo bravi", ma poi questi annunci raramente si concretizzano». Tra le ipotesi per il lotto commerciale, comunque, più di una volta si è parlato di un supermercato ma tra i residenti si registra una certa resistenza. «Non vogliamo - continua Faggionato - un supermercato che porterebbe ad un aggravio generale sulla già provata viabilità rionale. Chiediamo commercio di vicinato». Una dichiarazione che lascia sorpreso l'assessore Gallo: «Fino ad oggi avete chiesto vari avamposti commerciali, oggi cambiano i desideri!». Presente anche l'intero consiglio di circoscrizione guidato dal presidente Lino Morabito e dal consigliere comunale Enrico Lillo. «Si tratta - torna a precisare la Pasquali - di una quota di privato che, se non assegnata, dobbiamo assegnare all'edilizia sociale». Dubbioso Lillo (Pdl): «Non si capisce perché ci debba essere questa costrizione». Netto, invece, il pensiero del consigliere di quartiere Marco Caruso (Unitalia): «Piuttosto che cercare una soluzione posticcia forse varrebbe la pena di fermarsi e sospendere il progetto». Torna a riportare il malcontento dei residenti Federico Marinolli: «Non vogliamo passare per quelli che hanno ricevuto la casa e ora pretendono la luna, ma semplicemente non scoprire di aver investito in un quartiere che sulla carta è molto diverso dalla realtà. Prendiamo l'altezza del lotto C: pare venga elevata creando una sorta di casermone dagli effetti tutti da verificare per le case vicine». «Il dato - controbatte Pasquali - passa da 18,50 metri a 22, quindi non si tratta di uno stravolgimento». «La verità - interviene Haimo De Lazzeri - è che le coop si sono comportate da immobiliariste e il Comune nulla ha fatto per contrastarle». Prima del lotto C, comunque, il drappello aveva affrontato altre questioni delicate come la costruzione della pista pedociclabile che si allaccerà a quella che porta in Centro e sarà in grado di unire Firmian e Casanova. «Tutto bene - dice Paola Rogato - ma forse sarebbe il caso di illuminare meglio la strada che conduce in via Rasmo e creare un marciapiede come si deve per i poveri pedoni». Sul centro per anziani, infine, Galllo punge l'amministrazione provinciale: «Sarà ultimato nel 2015 e prevederà al piano superiore alloggi protetti e a terra zone di socializzazione. Per il distretto sociale dobbiamo prendere atto invece come la Provincia blocca tutte le nuove possibili realizzazioni».
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