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sabato 28 maggio 2011

Case Ipes in via Torino Gli inquilini: nessuno fa più la manutenzione


di Alan Conti
zoom . BOLZANO. Una sbarra levata al cielo è il simbolo dell'immobilismo dell'Ipes post scandalo. Da quasi due mesi, infatti, all'ingresso di uno dei cortili di via Torino gestiti dall'ente un guasto permette l'entrata libera a tutti gli automobilisti verso i posteggi privati. Nessun controllo dei vigili perché i bollini riguardano solo il suolo pubblico e un montante malcontento tra gli inquilini proprietari e in affitto dall'Istituto. Al di là del disagio, infatti, a lasciare interdetti i residenti sono le modalità di gestione del problema: paradossale, infatti, aspettare quasi due mesi per sistemare un apparecchio abbastanza semplice come una sbarra e le prospettive sono quelle di un'altra attesa omerica. L'Ipes, infatti, stanzia una somma a forfait annuale per le aziende chiamate a gestire le piccole manutenzioni come quelle dei cancelli, ma una volta sforato questo monte penetrano tonnellate di granelli di sabbia nel meccanismo che prevede l'avvio di concorsi che, tuttavia, non partono mai. Il caso, comunque, non è unico perché un'altra sbarra è rimasta addirittura divelta per giorni in attesa del pagamento all'Ipes da parte della ditta che causò il danno. Chi conosce i corridoi della sede di via Milano, insomma, prevede che la situazione non si risolverà per almeno altri tre mesi e ammette come il camminar sui ceci dell'Ipes post scandalo stia imbavagliando persino la piccola gestione. La stessa zona, per esempio, è da molti mesi senza un amministratore e lacune sono denunciate nella manutenzione delle aree verdi, dell'illuminazione, così come nella gestione di pratiche relative a nuovi ascensori o all'installazione di una semplice rastrelliera per le biciclette. «E' davvero incredibile - attacca Anika Schluderbacher - che ci voglia così tanto tempo per riparare una sbarra. Suppongo, insomma, che non si tratti di un guasto tanto impegnativo». Più che la tecnica, però, a fare difetto è la burocrazia «e intanto - continuano Romeo Liviero e Niels Schluderbacher - chiunque entra nei nostri cortili e occupa gli stalli. Ora, finchè anche i residenti riescono a trovare posto è tollerabile, ma se la quantità di auto continua ad aumentare come avviene in questi giorni può davvero diventare una scocciatura pesante. Sappiamo tutti, infatti, che via Torino ha fame di parcheggi, quindi giustamente le persone ne approfittano, ma non è giusto verso gli abitanti. Tempo fa, inoltre, l'Istituto ci aveva fatto cambiare tutte le chiavi e i dispositivi di apertura a distanza promettendoci un miglioramento della qualità: sembra una presa in giro». Alessandra e Stefano Zaninotto, titolari del bar "Cin Cin", possiedono un posteggio all'interno del cortile. «Effettivamente entrano tutti ed è un peccato che ci voglia così tanto tempo per aggiustare una sbarra. Su alcuni lavori di manutenzione, bisogna essere onesti, l'Ipes è anche abbastanza celere, ma su altre lascia a desiderare: da mesi, per esempio, chiediamo inutilmente che ci sistemino due sanpietrini che sono saltati via pericolosamente in corrispondenza dell'entrata del locale», affermano i Zaninotto. Giovanna Borgata, invece, ci racconta di un'altra sbarra della discordia: «Nel nostro cortile è stata divelta da una ditta che stava eseguendo dei lavori. L'Ipes è rimasta immobile per settimane finchè non ha ricevuto il pagamento causando disagio. Nelle ultime nottate, inoltre, è saltata completamente la luce interna lasciando i cortili parzialmente al buio». Molto critica è anche Maria Luisa Concin: «Da anni chiediamo la realizzazione di un ascensore e nulla si muove. Abbiamo presentato progetti e avanzato proposte, ma in via Milano sembra che tutti abbiano le mani legate. Da mesi, inoltre, siamo senza un vero amministratore e dopo averci chiesto "consiglio" su quale professionista scegliere non si sono fatti più sentire. La realizzazione di un ascensore, comunque, può essere un'opera complessa, è vero, ma da anni chiediamo semplicemente una rastrelliera per le biciclette e nessuno ci ha mai risposto». A denti stretti, addirittura, c'è chi in anonimato dentro all'Ipes rimpiange il passato: «Quando c'era Grando non si rimaneva imbalsamati come oggi». Carlo Zanella dell'omonimo negozio dirimpetto, intanto, prova a lanciare una proposta: «Perché non spostiamo un poco la cancellate e liberiamo direttamente alcuni posti a disposizione dell'intera via Torino, residenti ed ospiti?» Nel frattempo, però, la sbarra continuerà a rimanere verso il cielo e a qualcuno scappa la battuta del giorno: «Sarebbe perfetta per via della Vigna».
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