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domenica 8 maggio 2011

La responsabilità nell'attività mediatica


BOLZANO. Applicare il concetto di responsabilità ai media: questo il tema della tavola rotonda organizzata ieri sera dal Dipartimento di cultura italiana della Provincia e Cesfor all'Eurac. Moderatore dell'incontro l'editorialista dell'Alto Adige e professore universitario Francesco Palermo: «La chiave è coniugare responsabilità legislativa, sociale e politica nell'attività mediatica. I nuovi fattori che entrano in gioco nella stampa contemporanea fanno spesso riferimento alla corte europea di Strasburgo come, per esempio, trattamenti legati alla privacy di personaggi noti o il mantenimento del segreto professionale. Le nuove tecnologie pongono, inoltre, questioni di attendibilità». Secondo il direttore dell'Alto Adige Sergio Baraldi «c'è una moltiplicazione di prospettive ed opinioni, così le possibilità che i giornali diano visioni sempre univoche praticamente si azzerano. La varietà, inoltre, deve fare i conti con lo spazio a disposizione. In Alto Adige, inoltre, la frammentazione sociale trova ulteriore ampiezza nella componente etnica». Norbert Dall'O, caporedattore del settimanale "Ff", sottolinea la «divergenza evidente nei temi e nelle scelte della stampa italiana e tedesca nella nostra provincia». Analisi dettagliata quella di Giuseppe De Cesare, caposervizio della Rai di Bolzano. «Ci si dimentica sempre del servizio pubblico, ma in un sistema informativo diviso la Rai ha il compito di produrre in tre lingue. Sempre più spesso, invece, c'è chi parla solo agli italiani e chi solo ai tedeschi». E per il direttore del Corriere dell'Alto Adige Enrico Franco: «Non c'è solo differenza tra stampa italiana e tedesca, ma anche tra i singoli giornali. Non trovo grave, però, ci siano diverse letture». «La fretta - l'opinione di Hansjörg Kucera, presidente del comitato provinciale per le comunicazioni - può esser deleteria per tutto il progresso della stampa in generale». Conclusione affidata al professore di diritto costituzionale Maurizio Pedrazza Gorlero: «Il mondo della stampa non è in salute dal punto di vista economico ed è fortemente assistito. Nel modo di dare le notizie, invece, l'ordine professionale può avere un ruolo importante. In chiave giuridica, infine, dobbiamo dare spazio all'autoregolamentazione e alla giudicabilità esterna». (a.c.)

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