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venerdì 3 giugno 2011

Gli anziani di Aslago sempre più isolati: «Il bus non arriva»


di Alan Conti


BOLZANO. Talmente tanti da contarli: 280 gradini, irregolari e capaci di mettere a dura prova le gambe di un giovane, a maggior ragione quelle di un anziano. È questo il percorso obbligato che separa le case alla fine di via Castel Flavon e Passeggiata dei Castani dall'ultimo tratto servito dai mezzi pubblici: la rotonda capolinea delle linee 7A e 7B, 40 metri e centinaia di scalini più in basso. Una soluzione, per la verità, ci sarebbe e comporta una nuova pensilina lungo la strada che porta a Castel Flavon con un allungamento del tragitto Sasa di circa 700 metri. Attorno a quest'opera, però, serpeggia un certo nervosismo con l'assessore comunale Luigi Gallo e il presidente Sasa Stefano Pagani che non se le mandano a dire e i residenti stufi di aspettare. Nel mentre c'è chi è costretto a trasferirsi per evitare l'isolamento completo. «Siamo in difficoltà - ammette Brigitte Battisti - perché la fatica si fa sentire. Aspettiamo con ansia l'allungamento delle linee, anche se alla fermata sulla strada del castello sarebbe preferibile un capolinea vero e proprio». Paolo Santuari, invece, non è ottimista sulle soluzioni alternative: «Difficile trovare spazio o mettere d'accordo tutti». Tutta l'urgenza del disagio si percepisce dal racconto di Karl Turnwalder. «Sono invalido e senza un mezzo, quindi per me e mia moglie è diventato impossibile muoversi in autonomia. Poco tempo fa non siamo stati bene per 4 mesi e solo noi sappiamo le pene che abbiamo sofferto per l'isolamento. Purtroppo dopo 38 anni l'unica via d'uscita, per noi, rimane quella del trasloco». «Glielo assicuro - interviene Marta Valli - i gradini per arrivare fino a qui sono esattamente 280. Da 44 anni mi sobbarco questa fatica e ancora ricordo mio marito che portò in Comune, in tempi non sospetti, un progetto per portare la fermata del bus più vicina alle ultime case. Allargare la strada per il castello mi sembra la classica pezza per tamponare l'emergenza, ma la vera svolta sarebbe parcheggiare tutti le auto in garage e lasciare libero il cortile per un eventuale capolinea comodo e a misura di navetta». Giovanna Santuari prova ad allargare il discorso: «Bisognerebbe insistere per ottenere una piccola striscia di discesa che corra al fianco delle scale in modo da facilitare la mobilità di passeggini e invalidi. Ad abitare qui, in fin dei conti, sembra di essere in un maso perché ci si gode il panorama, ma si è condannati alle scomodità dell'isolamento». Nuovi spunti, invece, arrivano da Giovanna Furlan. «Il vero problema sono le corse domenicali, limitate alla linea 14 una volta all'ora e con termine intorno alle 20». Alla fermata del bus incontriamo Enna Cossio che guarda al cortile di Passeggiata dei Castani 33: «Sarebbe il posto migliore per un capolinea capace di servire quasi 300 famiglie, anziché solo 40 come accade con la fermata della strada del castello». La questione, intanto, accende una polemica sull'asse Sasa-Comune. Stefano Pagani, presidente dell'azienda di via Buozzi si dichiara «prono a partire non appena il Comune effettuerà gli interventi necessari. Assicuro che appena ci garantiranno la possibilità di fermata noi il giorno dopo allungheremo le linee 7A e 7B dei 700 metri necessari a servire al meglio una zona in difficoltà». «Sono stufo - replica l'assessore comunale ai lavori pubblici Luigi Gallo - di ascoltare Pagani che dice di essere pronto scaricando tutto su di noi. Abbiamo fatto i sopralluoghi con i nostri tecnici e quelli di Sasa e stiamo procedendo con lo studio di fattibilità di un'opera che ha delle difficoltà per l'intervento sulla montagna e per l'esborso economico. Se fosse stato tutto così facile mi chiedo perché chi mi ha preceduto non abbia già terminato questa operazione». Il predecessore, non a caso, è proprio Pagani: «Con un po' di volontà si possono accelerare i tempi».
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