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sabato 16 luglio 2011

Parte la class action dei consumatori


15 luglio 2011 — pagina 17 sezione: Cronaca


BOLZANO. Aprire la strada ai cittadini per la richiesta di risarcimento in caso di disservizio da parte di società e cooperative controllate o assegnatarie di appalti degli enti pubblici. È questo l’obiettivo di una class action deliberata dal Centro tutela consumatori utenti.
La class action è stata affidata all’avvocato Roberto Keller in seguito al disagio legato alla raccolta dei rifiuti umidi denunciato da alcuni residenti nelle zone di via Montello, via Max Valier e via Gaismair. Una battaglia legale che mette sul tavolo qualcosa in più del fastidio dovuto al mancato conferimento del bidone cercando di aprire una breccia verso i risarcimenti nei molteplici settori in cui il servizio è demandato terzi. Lo spettro d’interesse, quindi, è molto ampio e potrebbe abbracciare snodi fondamentali come i trasporti o l’energia. In caso di decisione favorevole da parte dei giudici, infatti, qualsiasi disservizio sarebbe da rimborsare secondo precisi parametri stabiliti in contrattazione precedente l’appalto.
Spiega il presidente del Ctcu Maurizio Albrigo: «Il disagio del mancato conferimento di alcuni bidoni dei rifiuti umidi è stato segnalato da una decina di famiglie. Il contenuto, particolarmente maleodorante d’estate, non è stato svuotato dalla cooperativa “Mebo” per dieci giorni. Ogni volta i cittadini portavano diligentemente il bidoncino al bordo della strada, ma nessuno si occupava di liberarlo. Esasperati, si sono rivolti a noi e finalmente la situazione si è sbloccata».
L’episodio ha rappresentato la proverbiale goccia scivolata nel vaso colmo: «Come Ctcu - continua Albrigo - abbiamo riflettuto sull’assenza di garanzie per i consumatori determinata dal mancato aggancio delle attività delle cooperative o delle società alla “Carta della Qualità” prescritta dalla Finanziaria 2008 per le amministrazioni».
Nel dettaglio cosa significa estendere il collegamento alla Carta? «Permettere legalmente ai cittadini di richiedere un rimborso legato al disagio causato da disservizi. Il tutto secondo modalità e parametri di efficienza che la stessa Carta stabilisce a seconda del lavoro che viene affidato alle cooperative. Fino ad oggi il Comune si è giustificato del mancato legame sostenendo l’estraneità a questo meccanismo di organi come le coop. Con questa class action, quindi, intendiamo verificare la correttezza legale di questo atteggiamento». Si tratta della prima iniziativa di questo genere a livello provinciale e, nel caso fosse accolta, potrebbe comportare alcuni cambiamenti sostanziali. «Nell’episodio del mancato conferimento dell’umido, per esempio, i cittadini potrebbero chiedere un rimborso in euro secondo parametri prestabiliti. La sostanza è consegnare nelle mani dei consumatori contribuenti uno strumento più efficace della semplice protesta».
Le antenne di cooperative, società in house e controllate, dunque, sono belle dritte: «Sotto lo stesso cappello troviamo, tra le tante, Sad, Sasa, Sel o Seab: è evidente che si tratterà di una scelta chiave nei rapporti con l’utenza», chiude il presidente del Ctcu.

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Alan Conti

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