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venerdì 7 ottobre 2011

Via Roma si scopre pericolosa: "Quell'albergo è un casino"

Controlli della polizia su alcune prostitute. Via Roma si lamenta
BOLZANO. "Quell’albergo è un intollerabile casino, inteso come casa d’appuntamenti e non come confusione". L’accoltellamento tra prostitute andato in scena nella notte di domenica in via Roma ha lasciato il segno tra residenti ed esercenti della zona. Pur tollerando e conoscendo la presenza di molte meretrici nella palazzina, in pochi si aspettavano un così rapido sconfinamento negli episodi di violenza. Nessuno etichetta la zona come “pericolosa”, ma la sensazione di una situazione da tamponare e un pericolo da prevenire è diffusa. Le prostitute, si sa, portano con sé un discreto giro di clienti e di certo non favoriscono un clima particolarmente sicuro e ordinato. Finchè si è trattato di tollerare certi indumenti aggressivi o travestimenti vari tutto rientrava nella categoria “situazioni sopportabili”, ma gli accoltellamenti e la violenza superano la soglia di preoccupazione. Difficile spiegare ai bambini quello che accade, fastidioso
accogliere famiglie nella propria attività in una cornice difficile e dannoso rischiare la svalutazione del proprio patrimonio immobiliare in ossequio al commercio a luci rosse. Nulla ancora è compromesso, quindi mai come in questa situazione controlli e accorgimenti vengono invocati per evitare di dover curare quando ancora si può prevenire.
"Effettivamente da un paio di mesi la situazione è peggiorata – spiegano Ina Bolgarina e Nadiya Tsurkan del bar “Matrioska”- e le famiglie ci raccontano di aver paura, anche perché ci sono tanti bambini. Chiaramente non è facile spiegare al proprio figlio quello che accade e bisogna evitare che tutta la zona paghi le conseguenze di una certa frequentazione. Comunque siamo ancora un rione tranquillo". Renzo Campana osserva la piccola piazzetta dopo ponte Roma: "Da due anni qui è un continuo andrivieni di prostitute e di clienti. Siamo di fronte a un problema che va preso di petto e che necessita della collaborazione delle forze dell’ordine perché la rissa con i coltelli è un precedente abbastanza preoccupante". Andrea Vinante, titolare del ristorante “Charro’s” ammette "che non sempre è facile accogliere la famigliola a mangiare e vedersi passare davanti alcune prostitute “in tenuta da lavoro”. Detto questo, però, non
descriverei l’atmosfera come pericolosa e certamente ci sono le forze dell’ordine che sono deputate ad intervenire per evitare che la presenza di queste donne possa trasformarsi in un problema sociale. Controlli notturni, per la verità, vengono fatti: gli esperti valuteranno se serve qualcosa di più efficace". Ilchysyn Yevhenia è un’ucraina che da molti anni abita in via Roma e quando ci incrocia scuote la testa. "E’ tutto molto peggiorato rispetto a poco tempo fa. Una volta non avevo timori ad uscire la sera da sola, oggi invece nemmeno mi arrischio a mettere il piede fuori casa. Sappiamo, inoltre, che in una delle abitazioni vicine all’albergo si svolgono regolari preghiere islamiche e si è istituito una sorta di centro di culto su cui nessuno ha mai fatto alcun controllo. La concentrazione di stranieri con culture così diverse, inoltre, non è certo un aiuto all'integrazione". Riccardo Mele prova a trovare delle contromisure: "La
situazione è ancora tamponabile, ma più dei controlli delle volanti sarebbero efficaci passaggi a piedi dei poliziotti di quartiere. Aumentarne la frequenza può essere una soluzione. Il pericolo maggiore della zona, comunque, paradossalmente rimane la ciclabile dove si verficano molti incidenti". Quasi rassegnato è Luigi Orsolini: "Da vent'anni assistiamo a un continuo peggioramento e le prostitute nell'albergo ci sono sempre state. Non possiamo stupirci solo adesso". Luigi Longhi, dal canto suo, è molto più critico. "Siamo al cospetto di una vera e propria casa chiusa totalmente in mano a popolazione extracomunitaria. Passeggiare in quel tratto di via Roma è diventato spiacevole, ma non è giusto. Non solo, durante la notte il viavai di clienti è sostenuto, quindi nessuno può negare la realtà di un casino tollerato". Alessandro Kasseroler, invece, sceglie la via diplomatica: "Mai avvertito nulla di strano, ma meglio un controllo in
più". Chiusura con la testimonianza di Giovalin Gjergji e Antonio Stapane del bar "Punto 63" che circoscrivono la criticità "alla sola piazzetta, mentre nel resto della strada tutto è tranquillo e noi esercenti siamo i primi ad avere interesse che rimanga tale". La zona di disagio è limitata e il margine di intervento incoraggiante: basterà per scegliere la prevenzione? 
Alan Conti


Le leggi sulla prostituzione

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