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lunedì 5 dicembre 2011

Giovani bolzanini inventano sollevatore per disabili


I ragazzi al lavoro (Foto Dlife)

BOLZANO. Un sollevatore per disabili, applicabile alla carrozzina e utile per chi necessita di viaggiare: nessuno ancora ci aveva pensato prima di otto ragazzi della classe 5A, indirizzo meccanici, dell’Iti “Galilei”. Un progetto nato come scolastico, impostato come aziendale e ben presto affrontato con piglio d’impresa, tanto che gli studenti si sono organizzati secondo un organigramma da far impallidire alcune ditte. Alla fine di un percorso di due anni e mezzo, quindi, questi ragazzi potranno presentare un prodotto nuovo, socialmente utile, probabilmente brevettato e competitivo sul mercato.
 Necessario, però, fare alcuni passi indietro a quando, circa due anni fa, i professori Maria Luisa Casarano e Mauro Chiarel organizzano un gruppo di lavoro “Supra” finalizzato alla progettazione d’impresa sulla scorta di altre analoghe esperienze portate avanti dall’istituto. La prima risposta a cosa realizzare è stata fornita da Stefano Minozzi, bolzanino afflitto da distrofia muscolare che ha chiesto un colloquio con i ragazzi colpito dai lavori precedenti. "Lo abbiamo incontrato – spiega Andrea Zampiero, responsabile della comunicazione – e ci ha illustrato un suo bisogno importante. Non esistono, infatti, sollevatori per disabili che non siano meccanismi molto ingombranti o pesanti, il che diventa un forte disagio per chi viaggia tanto come Stefano ed è costretto a portare sempre con sé degli assistenti. Siamo rimasti colpiti umanamente e stimolati tecnicamente, così abbiamo deciso di accettare la sua richiesta di aiuto e trasformarla in una sfida". Cominciano così le riunioni e i “brain-storming”. "Ci siamo trovati più volte al pomeriggio – ricorda Carmine Romano, amministrativo del progetto – e abbiamo cercato una sintesi tecnica e di idee sul prodotto da sviluppare". Le imprese, però, si muovono con un occhio ben fisso allo status del mercato. Il duo Bogdan Fratutu–Karim Umer ha cominciato a setacciare la concorrenza. "Abbiamo scandagliato per giorni l’offerta delle aziende specializzate di tutto il mondo rendendoci conto che nessuno ha mai pensato di produrre un meccanismo automatizzato applicabile direttamente sulla carrozzina. Generalmente si tratta di strutture grandi, complesse e manuali: totalmente scomode per un viaggiatore. Non solo, abbiamo ipotizzato un ingresso commerciale del nostro prodotto con un prezzo sostenibile di 2.000 euro: assolutamente in linea con quanto fissato dal mercato". Il gruppo di lavoro si è così ritrovato alla realizzazione tecnica vera e propria: "La scelta dei materiali e la ricerca di una meccanica perfetta sono state le sfide più dure – ammettono i due responsabili Mattia Reganaz e Luca Santoro – ma siamo arrivati a un primo esemplare soddisfacente. Fortunatamente l’Asl ci ha fornito una carrozzina per le prove più leggera, quindi di più difficile adattabilità, rispetto a quella utilizzata da Minozzi. Il risultato è che progettiamo una struttura più complicata rispetto a quella dell’utilizzatore finale aumentando affidabilità e versatilità del prodotto finale". Già, perché un mezzo pensiero al possibile sbocco commerciale i ragazzi lo stanno facendo. "Sarebbe davvero una soddisfazione arrivare a compimento di questo percorso con un simile risultato. Di sicuro diverse aziende locali ci stanno dando una mano fornendoci gratuitamente il materiale. Tre o quattro ditte specializzate, inoltre, stanno seguendo con interesse il nostro lavoro. Nel frattempo stiamo preparandoci all’iter burocratico del brevetto". Intanto è già stato realizzato un video di presentazione del progetto in lizza per un concorso nazionale di UnionCamere per il quale la classe chiede un aiuto ai lettori. "Possono andare sul sito della scuola (http://www.iisgalilei.bz.it/itilstgalilei/), cliccare sulla sezione a noi dedicata con il marchio Supra, visionare il video e se piace votarlo. Superando le prime selezioni potremmo ampliare il lavoro con una terza fase di potenziamento". I docenti Casarano e Chiarel vogliono lasciare i riflettori agli studenti ma in chiusura si concedono una battuta. "Quando i ragazzi si accorgono che dal piano teorico si può passare a quello pratico innestano un turbo incredibile che inevitabilmente comporta benefici a catena per tutta la didattica. Noi siamo solo la guida, ma tutto il resto è responsabilità e merito loro".
Alan Conti 


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