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lunedì 5 dicembre 2011

Il rilancio a 50 anni? Con la cucina toscana



Prodotti toscani pronti per il palato

 BOLZANO. Rilanciarsi dopo i cinquant’anni, lanciare un’attività, affrontare il difficile settore della ristorazione e imporsi a Bolzano con un prodotto non altoatesino: è una collana di sfide difficili quella proposta da Antonio Soggia e Francesco Carravieri pronti ad aprire il bar trattoria “Toscano Doc” a Piè di Virgolo. La storia dei due nasce da lontano, nel tempo e nello spazio, quando quindici anni fa Carravieri vende a Soggia il ristorante “Capraia Doc” nell’omonima isola toscana. L’attività si basa su un concetto molto semplice: Antonio tutte le mattine fa la spesa e in base al fresco di giornata imbastisce la propria offerta. L’idea funziona e per tre lustri l’ex proprietario bolzanino Francesco diventa prima cliente e poi amico vero dello chef. D’un tratto, però, Antonio si stufa dell’isola e Francesco si accorge del vecchio bar “Transilvania” a Bolzano caduto in disgrazia: quattro parole davanti a una tagliata ed ecco che il “Capraia Doc” viene letteralmente travasato sotto il Virgolo cambiando il nome in “Toscano Doc”.
 "Che vuole che le dica – comincia Soggia con una parlata che tradisce fin dalla prima sillaba le origini livornesi – ogni tanto è necessario rilanciarsi e provare nuove scommesse. Lavoro da 30 anni nel settore della ristorazione e dopo tanto tempo avevo bisogno di cambiare aria così ho accettato subito quando Francesco mi ha fatto questa proposta. Ora, però, non scriva che sono un arzillo sessantenne perché, sia chiaro, al massimo sono un ultracinquantenne". Ogni due per tre Antonio infila la battuta, il che per un barista è oro che cola. "Beh, sì, fa parte della mia natura, ma anche della filosofia con cui vogliamo impostare il locale. Vanno bene i 25 coperti e la sorpresa di un menù del giorno preparato in base a quello che acquisto di fresco, vanno benissimo le forniture che arrivano direttamente da un agriturismo pisano e va bene la necessità di campare, ma abbiamo tanta voglia di creare pure un ambiente disteso e rilassato, dove si possa farsi quattro risate senza patemi. Una cosa però, la deve scrivere: qui tutto è cucinato con olio extravergine di oliva toscano, niente bischerate". Qualcuno forse ricorderà Antonio anche per le sue comparse all’interno della trasmissione “Geo&Geo” quando presentava periodicamente piatti tradizionali nei collegamenti dal Parco Naturale dell’Arcipelago Toscano. "Una bella avventura anche quella. Ora, però, ne comincia una nuova". Per un socio che non si è mai staccato dal mondo della cucina, comunque, ce n’è un altro, volontario, che una pausa se l’è presa. "Ho lasciato il “Capraia Doc” – spiega il bolzanino Francesco Carravieri – per tornare in città e fare il rappresentante. A un certo punto mi sono accorto di questa opportunità a Piè di Virgolo e ho coinvolto Antonio: speriamo che possa soddisfare le nostre aspettative". Anche Francesco, come il terzo socio che intende rimanere anonimo, è in un’età considerata matura. Allora non è così vero che varcato il confine degli “anta” diventa impossibile inventarsi qualcosa di nuovo? "Eh no – sorride – ma bisogna avere parecchia voglia e coraggio. Non solo, aprire un’attività adesso comporta alcuni rischi, ma noi contiamo sulla qualità e sull’entusiasmo che siamo pronti a investire su questa avventura. Personalmente credo che questo atteggiamento sia il vero antidoto alla crisi". La sfida della cucina toscana a Bolzano, poi, è stuzzicante."In città abbiamo sardi, calabresi, cinesi, messicani e persino thailandesi: possiamo starci anche noi. E’ curioso, comunque, assistere all’esportazione di questa gastronomia perché solitamente i toscani non sono un popolo di grandi emigranti. Si tratta di gente attaccata alle proprie tradizioni, amante della natura e sempre molto rustica anche se residente in contesti urbani. A pensarci bene in molti aspetti sono davvero simili agli altoatesini: chissà che non porti fortuna…".
Alan Conti 

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