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giovedì 19 gennaio 2012

Appiano compatta contro la sala giochi


Videopoker: Appiano non li vuole
Comune e Ctcu si oppongono ai videopoker: "Una sciagura capace di rovinare intere famiglie, sono un pericolo". E intanto spunta il classico escamotage all'italiana...

APPIANO. "Una sciagura, la rovina per molte famiglie e una furberia tristemente all’italiana". Non usa mezzi termini il vicepresidente del Centro Tutela Consumatori e Utenti per inchiodare alle proprie responsabilità sociali la futura sala giochi in apertura vicino al ristorante Eppanerhof. Ad Appiano, appare ormai chiaro, si gioca una partita importante del capitolo sui templi del videopoker perché la trasformazione della dicitura ufficiale da “sala giochi” a “sala dedicata” sta, di fatto, permettendo l’insediamento di queste attività nei pressi di luoghi sensibili come scuole o distretti sanitari. La legge provinciale dello scorso anno che impediva la presenza di sale gioco in un raggio di 300 metri dagli obiettivi sensibili, insomma, viene bypassata con il più classico escamotage perché è evidente che tra le due espressioni passa una differenza identica a quella che intercorre tra “piscina” e “vasca dedicata ai nuotatori”.
 La conferenza stampa tenutasi ieri nel cortile del Municipio di Appiano, dunque, è stato il più classico dei rendez vous perché non è un mistero che gli imprenditori buttino un occhio interessato pure su altri Comuni come Bronzolo. Quello che prima era un cruccio di Bolzano, ora si allarga a tutta la provincia. << Non possiamo accettare – continua Albrigo - che lo Stato permetta una furberia tanto grottesca solo per la volontà di fare cassa sulle spalle di disperati equiparabili ai tossicodipendenti. In Alto Adige vengono bruciati due milioni di euro al giorno nei giochi d’azzardo, il che significa 60 milioni al mese e 720 all’anno: cifre enormi. In Italia il settore ha fatturato nel 2011 addirittura 72 milioni di euro: soldi che permetterebbero a Monti di varare quasi quattro Manovre". Già, però le mani di tutti sembrano legate. "Purtroppo legalmente né il Comune né la Provincia possono fare nulla, ma far sentire il nostro forte disappunto diventa obbligatorio. Ci batteremmo con tutti gli strumenti perché si inseriscano perlomeno dei limiti a un meccanismo che comporta pesanti spese sulla comunità per il recupero dei malati. Qui dentro c’è gente che si gioca intere retribuzioni o la casa: ci sono famiglie altoatesine che verranno distrutte con questa scelta". Stessa barricata, ovviamente, per la presidente del Ctcu Heidi Rabensteiner: "E’ nostro dovere sollevare e sollecitare un malcontento popolare attorno a un proliferare di sala giochi che si fa sempre più pericoloso. Intendiamo difendere la nostra gente con tutti i mezzi".
 Presente all’incontro anche buona parte dell’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Wilfried Trettl (Lista Civica) e il suo vice Monika Larcher. "E’ davvero frustrante e sorprendente – le loro parole – che il Comune non possa fare nulla per difendere la sicurezza dei propri cittadini da quello che viene percepito come un pericolo dalla maggioranza dei residenti. Evidente come ci sia la necessità di operare affinchè vengano modificate regole e strumenti a nostra disposizione". L’allarme, come detto, si propaga pure in altri Comuni oggetto dell’interesse di alcuni imprenditori del videopoker. E’ il caso di Bronzolo rappresentata da Enrico De Falco: "Ci muoveremo raccogliendo delle firme per delle attività assolutamente impopolari e indesiderate. Le Autorità sappiano che chiunque le ostacolerà godrà dell’appoggio della maggioranza dei cittadini". Una soluzione, però, ci sarebbe: evitare tutti di entrarci. Il che, sia ben chiaro, non è pubblicità negativa, ma un semplice consiglio dedicato a chi non ama finire sul lastrico.
 Alan Conti

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