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mercoledì 18 gennaio 2012

In mostra Vittur, tra moderno e tradizione


Un'opera di Claus Vittur in mostra

In mostra dal 4 al 18 febbraio l'artista sospeso tra internet e la natura morta. Un gioco di opposti da visitare.

BOLZANO. Internet ha cambiato il modo di scrivere, di leggere, ma anche di esprimere la propria arte su un’opera pittorica. Più di un’artista, dunque, ha cominciato a guardare al computer come nuovo ipotetico pennello e, a fronte dei tanti che hanno immediatamente rifiutato l’idea, c’è qualcuno che ha deciso di andare fino in fondo. E’ il caso di Claus Vittur, pittore pusterese di nascita e badiota di residenza, che dal 4 al 18 febbraio sarà protagonista di una mostra individuale presso il Kunstforum della Bassa Atesina. Il quesito di fondo, però, è come si possa concepire un’opera d’arte come un quadro attraverso il digitale? La risposta di Vittur è dentro le sue scelte e la sua tecnica. Nelle sue tele, infatti, troviamo una particolare combinazione tra tradizione e modernità, con la preferenza per soggetti classici come paesaggi o nature morte rappresentate attraverso immagini  o fotografie figlie del web. In sostanza ci propone un abbraccio fra il digitale e il banale alla ricerca dell’originale: non a caso Vittur è stato protagonista di molte collettive e individuali tra la provincia di Bolzano e l’Austria. Si tratta, infatti, di un procedimento capace di attrarre un pubblico multi generazionale proponendo, al contempo, vari piani di interpretazione allo spettatore. Si parte, chiaramente, da quello più immediato legato all’estetica di un’immagine e della sua eventuale collocazione ed elaborazione, per approfondire il tutto verso una ricerca quasi filosofica. I contorni sfuocati e l’indeterminatezza di alcune figure, così come la stessa scelta dei soggetti, rimandano a una riflessione attorno all’effettiva rappresentazione della realtà nell’arte. La semplice riproposizione di una natura morta filtrata dalla tecnologia, per esempio, porta la stessa frutta su un livello differente alla banale copiatura di una bella composizione. Si insinua così uno scetticismo strisciante sia nei confronti della tradizione pittorica più nota e conosciuta sia verso il concetto contemporaneo di arte, troppo spesso trascinato agli estremi per i capelli. Lo stesso artista, quindi, si pone in una posizione conflittuale rispetto al mezzo stesso che sceglie per le proprie creazioni: un atteggiamento che non può non stupire.
 La sintesi, comunque, fa parte della formazione artistica di Vittur che, come detto, è nato a Brunico nel 1961 ma oggi vive e lavora a La Valle in Badia. I primi rudimenti pittorici li riceve nel quinquennio di formazione presso l’istituto artistico di Ortisei tra l’81 e l’86, ma ben presto decide di misurarsi con le novità e gli approfondimenti proposti dalla prestigiosa Accademia delle Belle Arti di Brera, dove studia dall’88 al ’92. Alla formazione di scuola italiana, infine, fa da contraltare una carriera impostata inizialmente più sul territorio tedesco altoatesino e austriaco, in un gioco di opposti che si attraggono e che, evidentemente, sono natura stessa di questo pittore.
Alan Conti

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