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martedì 3 gennaio 2012

La nuova papamobile dipende da un bolzanino


Il vecchio modello della Papamobile: ora svolta ecologica

BOLZANO. E’ il direttore del “Cartier delle auto” e tra i suoi clienti vanta colossi come Ferrari, Lamborghini, Maserati o Bentley, ma così in alto non era mai arrivato. Roberto Artioli, bolzanino anima e amministratore delegato dell’azienda di componenti per carrozzeria “Berman”, forse non si sarebbe mai aspettato di dover soddisfare le esigenze del Santo Padre. Tutto comincia nove anni fa quando Artioli, assieme a Fulvio Cinti della rivista “Auto&Design”, si inventa il concorso “Autostyle” rivolto ai giovani designer di automobili di tutto il mondo. Una manifestazione che in breve cattura l’attenzione delle aziende leader e diventa occasione di incontro tra i migliori designer del pianeta: il tutto nel gomitolo tra Mantova e la piccola San Benedetto Po dove ha sede la “Berman”. I ragazzi partecipano numerosi non appena comprendono di trovarsi veramente di fronte a un trampolino: nel 2010, per esempio, il vincitore Marc Poulain viene immediatamente assunto dal responsabile Ferrari Fulvio Manzoni e oggi lavora per il cavallino rampante. Un terno al lotto che non passa inosservato. Rinnovarsi, però, è fondamentale così si cerca un fil rouge per ogni edizione e nel 2012 ecco fondersi ecologia e fede. "Abbiamo avuto dei contatti con il Vaticano – spiega Artioli – e deciso di proporre per quest’anno il restyling della Papamobile come tema centrale. Tutto, però, in una chiave marcatamente ecologica". Già, perché per ora Benedetto XVI non si muove esattamente con un mezzo a impatto zero. "Si tratta di una vettura piuttosto inquinante e sappiamo dell’intenzione del Santo Padre di cambiare cercando una soluzione maggiormente ecosostenibile. Così invitiamo i giovani designer di tutto il mondo a mandare la propria proposta basandosi sugli ibridi tra elettrico e motore che, al momento, rappresentano il top nelle vetture a basso impatto ambientale". Ovviamente la Papamobile non è una macchina come tutte le altre. "Bisognerà tenere conto delle esigenze particolari di questa vettura che deve permettere al Papa grande visibilità, ma anche garantire la massima sicurezza. Non solo, l’auto di base deve essere di produzione, quindi niente prototipi o fuori serie". Le migliori 12 proposte, scelte da una giuria di specialisti, saranno esposte nel millenario monastero benedettino di San Benedetto Po a inizio ottobre 2012 e troveranno pubblicazione in un apposito volume edito dalla Libreria Editrice Vaticana. "La cornice del monastero più grande della Lombardia – ci tiene a precisare Artioli – è il contesto migliore e dobbiamo ringraziare il Comune del nostro piccolo paese per l’impegno". Ovviamente esposizione, premiazione e convegni sono aperti al pubblico di appassionati, ma è bene prenotarsi con largo anticipo. "Sul sitowww.berman.it si può trovare un’apposita sezione dedicata ad “Autostyle” con tutte le informazioni necessarie per partecipare all’evento. Purtroppo possiamo garantire solo 300 posti". Bolzano, in tutto questo, non rimane affatto marginale. "Ogni anno – continua l’ad di “Berman” – dal capoluogo altoatesino mi raggiunge una nutrita schiera di amici. Certamente accorrono per le ottime salamelle mantovane, ma sono certo si divertano molto anche ad “Autostyle”. Per chi ama il design automobilistico, inoltre, potersi confrontare con i migliori del settore è certamente un’esperienza stimolante".
 Oggi “Berman” è un marchio di fama mondiale richiesto da tutte le firme automobilistiche e con un’azienda che si articola su 55.000 metri quadri, di cui 23.000 al coperto. Un colosso che in nuce era solo una passione di un giovane bolzanino. "E’ tutto nato da lì – ricorda Artioli – perché ammiravo le applicazioni sulla carrozzeria e il disegno delle vetture. Lentamente sono riuscito a impormi e una delle soddisfazione è vedere che oggi il 95% delle attività nella nostra azienda è svolto in inglese. Da una parte significa servire un mercato mondiale, dall’altra la certezza di contare su personale giovane e preparato". Gi specialisti lo chiamano il “Cartier della auto” e con un concorso si è garantito il monitoraggio continuo dei migliori talenti mondiali: il Vaticano raramente si scomoda per chi non considera il migliore.
Alan Conti


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