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mercoledì 18 gennaio 2012

Scuola Firmian, al via le prime classi


L'area di cantiere scolastico a Firmian: si scorge la materna

Alla Don Bosco partiranno due sezioni che si trasferiranno nel nuovo rione tra due anni. Il dirigente Iob: "Ci sarà anche una classe tedesca" 

BOLZANO. Ancora deve concretamente vedere la luce, ma la scuola primaria di Firmian è già in partenza. Se la struttura dovrebbe essere pronta entro due anni, la didattica viaggia a una diversa velocità e l’istituto comprensivo Bolzano 2 diretto da Bruno Iob ha già aperto le iscrizioni alle sezioni della nuova scuola. Il meccanismo è semplice: in segreteria ai genitori delle classi prime dell’anno scolastico 2012/2013 verrà chiesta la preferenza tra la scuola di Firmian e lo storico edificio di piazza Don Bosco dividendo così gli alunni. Si formeranno due gruppi classe, probabilmente uno per il tempo modulo con soli due rientri e una a tempo pieno, che nel giro di un biennio si trasferiranno nella nuova sede. Identica procedura per l’anno scolastico 2013/2014 in modo da arrivare a un totale di quattro sezioni che praticamente si appoggeranno alla primaria Don Bosco come istituto di rotazione in attesa del completamento dei lavori nel rione oltre via Resia. "Si tratta di un progetto che mi affascina moltissimo – comincia il dirigente Bruno Iob particolarmente entusiasta – perché si tratta di dare avvio e slancio a una scuola destinata a diventare importante nella società bolzanina. La sua ubicazione in un’area fortemente residenziale e giovane, oltretutto, ne aumenta le potenzialità. Gli spazi della nostra attuale primaria ci consentono di cominciare questo cammino, quindi abbiamo deciso di pianificare gli ingressi per Firmian. Nel momento dell’inaugurazione della nuova struttura avremo così un ciclo già ben avviato". Difficile, a iscrizioni ancora aperte, avere un quadro statistico preciso. "Nella giornata di domani, alle 17.30 all’interno dell’aula magna del primo piano dell’edificio scolastico Don Bosco, presenteremo a genitori e interessati l’offerta formativa complessiva. Sarà questa, quindi, l’occasione per una prima presa di contatto con le famiglie. Nelle nostre ipotesi abbiamo calcolato due sezioni di circa 20 alunni, una per il tempo modulo e l’altra per il pieno. I contorni definitivi, però, saranno determinati anche dalle richieste". Non si scappa, comunque, dalle due classi: "Programmando l’ingresso di altre due sezioni il prossimo anno non possiamo permetterci di ospitarne un numero maggiore. La stessa capienza della futura scuola non supererà le 15 aule , quindi è bene calibrarci subito su questa cifra". Due classi per quinquennio, però, danno un totale di dieci ed è nelle cinque che mancano che si annida un’altra sostanziosa novità. "Una classe per anno sarà di formazione e competenza della scuola primaria tedesca “Pestalozzi”. Saranno loro a gestirne le iscrizioni e le dimensioni. Logisticamente è sicuramente un ulteriore vantaggio per il quartiere e per le famiglie di madrelingua tedesca che qui si sono trasferite". Non si può notare, tuttavia, che avremo in città una coesistenza pianificata e sistematica di due cicli di elementari all’interno di una stessa scuola. Qualcosa di simile esiste da anni presso le “Chini” ai Piani, ma in quel caso le organizzazioni rimangono ben distinte. "La volontà – continua Iob – è di dare vita a un progetto innovativo con visioni moderne e tratti in comune. Vedremo come arrivare a questo obiettivo". Il dirigente non intende sbilanciarsi, ma la sensazione è che si potrebbe davvero sfruttare l’occasione di una così stretta contiguità per costruire qualcosa di nuovo per il territorio.
 Firmian, però, non si può fermare alle lingue. "Assolutamente e un altro punto forte della nostra progettazione sarà l’intercultura. Non possiamo sottovalutare il tessuto sociale nel quale crescerà il nuovo istituto e tutti sappiamo che il rione ha una buona percentuale di presenza di stranieri". Iob, in chiusura ci dica la verità: quanto è stimolante per un dirigente girare le chiavi nel motore di una scuola nuova di zecca? "Tantissimo. Potrei essere già in pensione, ma l’entusiasmo di avviare una struttura così curata e ben inserita all’interno della vita di un quartiere è troppo per lasciare proprio adesso".
Alan Conti

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