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giovedì 26 gennaio 2012

Un concorso per il parco di Casanova


Un rendering del progetto vincente

Tante le proposte per "trasformare lo spazio in un luogo". Vince una discussa rivisitazione di piazza Walther.

BOLZANO. L’arte come tramite tra Casanova e il suo nuovo parco. Si è concluso con un convegno specialistico al Centro Trevi dal titolo “Quando un posto diventa un luogo” il concorso provinciale “Un parco per Casanova”. I progetti finalisti sono stati analizzati con cura da una giuria di specialisti che hanno poi decretato l’idea vincente e dispensato vari premi. Il nuovo rione, dunque, potrà a breve contare su uno spazio verde progettato appositamente per stimolare continuamente il rapporto con l’arte attraverso una fruizione che, giocoforza, deve poter essere quotidiana. Il concorso di idee, promosso dal dipartimento “Casa Scuola Cultura” dell’assessore Christian Tommasini, si è messo alla ricerca della non facile mediazione tra opera d’arte e infrastruttura pubblica. A Casanova, infatti, nessuno sarebbe disposto ad accettare una nuova cattedrale nel deserto tanto splendida quanto poco utilizzabile.A spuntarla il progetto che prevede una rivisitazione, assai discussa, di piazza Walther.
 Oltre al progetto vincitore, le proposte finite sul tavolo della giuria sono state tante e tutte di natura diversa. Si va dalla riproposizione di una struttura simile al cubo di Garutti a Don Bosco a una fantasiosa casa senza mura con tante porte e divisione degli spazi nelle varie stanze. Tanta anche la ricerca attorno agli effetti naturali con progetti che si basavano sulla proiezione delle ombre dovuta alla particolare architettura delle case oppure giardini divisi da elastici e 158 aiuole da affidare alle mani dei residenti nel tentativo di cementare la comunità. Per altri professionisti, invece, è stato il gioco l’elemento da mantenere centrale ed ecco spuntare forme geometriche strane di ricordo berlinese come potenziale paesaggio per qualsiasi divertimento, ma anche una grotta in cui rifugiarsi.  Apprezzato il percorso che nuovamente immagina nel parco una trasposizione di una casa residenziale con tanto di sala ludica. Particolare, invece, l’idea di riproporre una platea silenziosa attraverso una collezione di sedie ordinatamente disposte lungo lo spazio del parco. Difficile la scelta della commissione formata da direttrice e presidente del Museion Marion Piffer Damiani e Letizia Ragaglia, il ricercatore dell’ateneo trentino Roberto Pinto, la professoressa Lub di storia dell’arte contemporanea Emanuela De Cecco, il curatore milanese Marco Scotini, il preside di facoltà alla Iulm Pierluigi Sacco e la funzionaria provinciale Alexandra Pan. Forse si poteva modestamente aggiungere un simbolico residente di Casanova.
 Il concorso, durato circa due anni, ha coinvolto pure le istituzioni scolastiche bolzanine proponendo attività agli studenti che volentieri si sono avvicinati alla progettazione di uno spazio pubblico stimolante. "La creazione del bando di concorso – ha spiegato la curatrice Annalisa Cattani – ha tenuto conto prima delle problematiche policentriche della città e della forte percezione del verde pubblico come bene prezioso e condiviso. Siamo particolarmente soddisfatti, comunque, delle attività parallele di workshop e dialoghi con associazioni, centri sociali e classi scolastiche. L’auspicio è che l’inaugurazione del parco non sia la conclusione di un percorso, ma l’inizio di un centro capace di sviluppare relazione tra individui e con l’arte". Ilaria Riccioni, sociologa della Lub che ha elaborato il piano sociale comunale per la qualità della vita auspica "una dialettica continua tra creazione artistica e società civile". Evidente, comunque, la voglia di fare del nuovo parco un simbolo del rione: "Auspichiamo abbia una forte connotazione morfologica e spaziale – il desiderio di Giuseppe Donato, architetto bolzanino – che lo renda immediatamente riconoscibile". Chiusura con il curatore della comunicazione Sergio Camin: "Bolzano è una città monocentrica dove parchi e torrenti fanno da legaccio e diventano luoghi della comunità. Questa progettazione è stata anche un pretesto per la costruzione di complicità attive con chi il concorso lo vincerà".
Alan Conti 

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