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lunedì 27 febbraio 2012

A caccia di sinagoghe nell'antica Bolzano


 Toniolo nei sotterranei della pasticceria "Peter" (Foto Valletti per Alto Adige)

Lo storico ed esperto Giuseppe Toniolo ne individua due. La prima con entrata in vicolo Erbe e la seconda in via Goethe. Dai sotterranei della città arrivano conferme.

BOLZANO. Non una, ma due sinagoghe e il ghetto a Bolzano esisteva eccome. Nell’acceso dibattito storico culturale sulla presenza degli ebrei in città acceso da un affresco del XIV secolo commissionato Niklaus Vintler si inserisce anche Giuseppe “Jo” Toniolo, bolzanino appassionato storico dell’arte e in passato collaboratore della Sovrintendenza alle Belle Arti. Toniolo segue da quasi cinquant’anni le tracce dei giudei nel capoluogo altoatesino e, dopo aver letto le ipotesi dei “colleghi” Helmuth Rizzolli ed Ettore Frangipane”, ci apre la porta delle sue scoperte che affondano le radici nella Bolzano sotterranea.
 "Secondo i miei studi - afferma senza esitazioni – nell’antica cittadina possiamo ipotizzare la presenza di due sinagoghe corrispondenti a periodi storici differenti e una successiva all’altra. Il ghetto, inoltre, esisteva anche se privo delle accezioni negative di origine veneziana. Gli ebrei, infatti, vivevano tra loro nella “periferia” di allora che potremmo perimetrare nel trapezio composto da piazza Domenicani-Via Goethe-Vicolo Cavallari (oggi Vicolo Erbe)-Via della Roggia-Via Vintola-Piazza Erbe e di nuovo via Goethe fino ai Domenicani. Senza scordarci di via Argentieri che fu autentico feudo ebreo perché, per note questioni religiosi, gli stessi argentieri erano in larghissima maggioranza giudei".
 Torniamo, però, sulla questione sinagoghe e focalizziamoci sulla prima. "Databile tra il 1300 e il 1450 – continua Toniolo – io la collocherei con buona precisione nell’edificio che si affaccia su Vicolo Erbe e Piazza Erbe, all’altezza del civico 11 da una parte e dei negozi “Leonardi” e “Maffei” dall’altra". D’accordo, però, le supposizioni necessitano di qualche fatto concreto. "Ho avuto l’opportunità di addentrarmi nei sotterranei di questo edificio e ho riscontrato alcuni muri costruiti con ciottolati tagliati a metà di tufo che sicuramente non sono originari del nostro territorio. Non solo, si tratta di materiale e composizione architettonica tipicamente ebraica e lo stesso muro di Gerusalemme, seppur difficilmente paragonabile, richiama questa tradizione. In aggiunta a questo ho potuto vedere con i miei occhi anni fa alcune stelle di David incise su queste pietre". All’interno del negozio d’abbigliamento “Maffei” ecco la testimonianza più impressionante: all’interno delle vetrina, tutta spostata sulla sinistra, spunta una parete di ciottoli di tufo e una colonna bifora. "Ho combattuto per tutelare questa presenza artistica – riprende Toniolo – perché si tratta di una parte dell’antica sinagoga. Probabilmente la superficie è da ricondurre a un piano superiore della struttura perché il terreno, qui, si abbassa di oltre sei metri sotto il terreno". Nella cantina della pasticceria “Peter” otteniamo un altro importante riscontro: una scala conduce in profondità per almeno sette metri e il muro, seicentesco, presenta caratteristiche totalmente differenti da quello del negozio “Maffei”. "Qui abbiamo un porfido assai meno lavorato in arrivo, probabilmente, dal Talvera: questa era la tecnica nostrana in vigore all’epoca, non certo il tufo". L’ingresso della sinagoga, però, viene collocato da Toniolo su Vicolo Erbe, esattamente all’altezza del civico 11 dove una volta si trovava l’osteria “Celestino” e oggi si impenna un edificio ex residenziale totalmente abbandonato con una porta ricoperta di scritte. "Vicolo Cavallari (Erbe) era più nascosto e raccolto rispetto alla frequentata via Argentieri: credo che per l’entrata si sia scelta questa opzione". Per immaginare la larghezza della prima sinagoga, invece, mettevi in piazza Erbe e calcolate dall’angolo del ristorante “Forst” fino allo spigolo di sinistra della pasticceria “Peter”.
C’è, però, una seconda sinagoga individuata negli anni da Toniolo attraverso le stesse prove di tufo, stelle di David e colonne oggi nascoste dalle varie ristrutturazioni. La sede è collocabile in via Goethe al civico 20. "In questi sotterranei, anche qui parecchio profondi come dimostrano alcuni magazzini dei negozi, ho trovato tracce che riportano alla seconda sinagoga in uso fino al 1770. Probabilmente le persecuzioni oppure le ridotte dimensioni del primo luogo di culto portarono la comunità ebraica alla costruzione di una seconda, più grande e confortevole, sede di preghiera".
Alan Conti 

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