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giovedì 2 febbraio 2012

La casa di riposo a forma di...casa


La casa di riposo Griesfeld a Egna

Risultati incoraggianti per la sperimentazione del Griesfeld. Gli anziani riuniti in piccole unità abitative con attenzione agli stimoli quotidiani. Il primario di geriatria Albert March: "Sono i meglio nutriti".

EGNA. Una casa di riposo che assomigli davvero a una casa. E’ questo l’intrigante progetto lanciato dalla casa di riposo “Griesfeld” nel 2007 e che mostra i primi confortanti risultati. Una piccola unità abitativa capace di ospitare una ventina di anziani affetti da demenza, ma ancora parzialmente autonomi, circondati da mobili, situazioni e abitudini che profumano di quotidianità. Una scelta che a poco più di tre anni di distanza comincia a dare i suoi frutti: i pazienti coinvolti, infatti, dimostrano un generale rallentamento dei sintomi tipici della senilità, un abbassamento dei livelli di aggressività e valori di nutrizione superiori alla media altoatesina. Il progetto pilota, insomma, funziona bene tanto che in Provincia assicurano continuità nei finanziamenti. L’ottimismo, dunque, la fa da padrone nella conferenza di presentazione dei primi risultati dell’iniziativa chiamata “Un altro vivere” tra la stessa “Griesfeld” di Egna e la “Lisl Peter”di Montagna. Un’iniziativa che ha coinvolto 20 pazienti, di cui 16 donne e 4 uomini. La prima voce favorevole a levarsi è quella pesante del primario del reparto di geriatria all’ospedale di Bolzano Albert March: "Il risultato più eclatante è legato allo stato nutrizionale dei pazienti. Secondo indagini che conduciamo sulle strutture del territorio, infatti, questi anziani si presentano come i meglio nutriti. Il dato non è secondario perché legato all’aspettativa di vita e al rischio di caduta". Si può dire, dunque, che la coabitazione allunga la vita e rende più stabili? "In questo caso sì, ma si tratta di numeri piccoli, quindi non ancora in grado di segnare una tendenza statistica. Di certo questo sistema innesca una dinamica di vita quotidiana capace di conseguire maggiore vitalità e regredire i sintomi concomitanti come aggressività, piaghe da cubito e, appunto, cadute. Il tutto con un abbassamento dei ricoveri ospedalieri". Orogogliosa è anche la direttrice del Griesfled Cornelia Ebner: "La nostra è una forma di accompagnamento e non abbiamo la pretesa di trovare la soluzione vincente. Puntiamo molto sulle capacità dei nostri dipendenti nello stimolare vitalità quotidiana: dalla lettura dei giornali alla cucina insieme, passando per dialogo continuo o la cura della casa. E’ come un appartamento". Chiusura per Luca Critelli, direttore provinciale della ripartizione politiche sociali: "L’iniziativa funziona, ma è ancora prematuro parlare di una riproduzione sistematica in tutte le nostre strutture. Continueremo, però, a finanziare con piacere il lavoro della “Griesfeld”". L’Olanda, nel frattempo, dopo le sperimentazioni è arrivata al 25% di diffusione delle unità abitative. 
Alan Conti

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