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lunedì 5 marzo 2012

Ale è tornato a scuola


Alessandro Polì finalmente al suo banco alla scuola media Alfieri

Un grande traguardo per Alessandro e la sua famiglia che segna una tappa decisiva dopo il trapianto. Mamma Emanuela "Emozionati  per il ritorno alla normalità". 

BOLZANO. E' suonata venerdì la prima campanella per Alessandro Polì che dopo tanti mesi è torntoa in classe nel suo nuovo banco alla scuola media Alfieri. Andare a lezione è per un ragazzo un gesto banale, rituale, giustamente quotidiano. E’ nel suo essere evento eccezionale e traguardo sognato da tempo, però, che ritroviamo l’intensità della battaglia che Ale ha condotto contro la leucemia. Durante i momenti bui, nei delicati attimi del trapianto di midollo che mamma Emanuela Imprescia continua a chiamare efficacemente “rinascita” e nel cammino di riabilitazione la parola “scuola” ha continuato a riaffiorare sistematicamente nei discorsi di Alessandro. Già seguire le lezioni in videoconferenza è stato un primo passo importante, ma il vero salto di qualità è senz’altro il ritorno in classe, tra i banchi e con i compagni. In questi mesi, tutti i giorni dalle 7.50 alle 13, Ale non ha mollato un secondo cuffie e monitor: assettato di normalità e curioso di una nuova avventura in partenza come la scuola media. "Non è mai mancato all’appuntamento – racconta Imprescia – e anche quando saltava il segnale video non si staccava dalle cuffiette per ascoltare la lezione. Ora non vede l’ora di scoprire il suo banco". Già perché fino adesso le riprese consentivano di visualizzare l’aula, ma toccare con mano la sedia e provare il contatto umano con i nuovi compagni ha tutto un altro sapore. "Logicamente sono cambiati rispetto alla primaria, quindi al momento il posto di Ale è vicino al suo amico del cuore che era con lui nel quinquennio elementare. Gli altri ragazzi, però, hanno già preteso una rotazione per stargli tutti un poco vicino. Un bel gesto, proprio come quello di riservare un posto fisso ad Alessandro durante la sua assenza: lo ha fatto sentire parte del gruppo". Per il momento il rientro sarà graduale e Ale si presenterà a lezione solo una volta la settimana, ma la tappa è da cerchiolino rosso per tutta la famiglia Polì. "Erano tre gli steps significativi che ci eravamo proposti: tornare in piscina dopo l’impedimento causato dal catetere venoso, rientrare a scuola e concedersi una vacanza in Egitto. A Pasqua partiremo per la terra dei faraoni, a breve andremo in vasca a Naturno e venerdì abbiamo festeggiato la presenza in classe". In un’età non semplice come quella adolescenziale, inoltre, i sorrisi e l’umanità che traspare dai ragazzini della 1A delle Alfieri nei confronti di Alessandro è un’immagine di speranza. "E’ anche grazie a loro che Ale ha sempre manifestato questo desiderio. Purtroppo dovrà indossare la mascherina, ma non è un problema per nessuno". Proprio come accaduto in occasione della sfilata dei carri di Carnevale, quando Ale si è tolto la soddisfazione di esibirsi vestito da Rockets nella parodia dedicata al celebre gruppo rock degli anni’80. Una performance che li è valsa il ringraziamento personale del tastierista della band Fabrice Quagliotti.
Come sempre, intanto, la storia di Ale si intreccia con quella dell’Admo. In occasione del ventennale della sezione locale dei donatori che cade sabato 28 aprile, il gruppo su Facebook dedicato alla storia di Alessandro (ormai giunto a 15.400 membri) organizza un grande ritrovo sui Prati del Talvera. "Stanno arrivando adesioni da tutta Italia: in Sardegna c’è chi ha già comprato i biglietti, altri si organizzano dal Lazio. C’è tanta voglia di stare assieme e condividere nel reale i rapporti instaurati nel virtuale". Metterci la faccia per promuovere la causa è sempre stato un pregio di Ale, ma non si può dare per scontato che sia sempre stato facile. "Una volta gli ho chiesto scusa per la troppa esposizione che li avevo causato – chiude mamma Emanuela – ma lui mi ha detto che lo faceva con convinzione se poteva servire come sostenevo. Poi un amico è stato chiamato a donare dopo che si era reso disponibile avendo ascoltato la nostra storia: in quel momento abbiamo realizzato che il nostro raccontarci stava salvando una vita da qualche parte e Alessandro si è sentito più che mai partecipe e consapevole". Per anni la città lo ha coccolato chiamandolo il “piccolo” Ale: oggi è un ragazzino che apre la porta delle medie e ribadisce a tutti, adulti e bambini, la fortuna della normalità. Basta questo per essere finalmente chiamato “grande”.
Alan Conti

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