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venerdì 22 giugno 2012

I liceali: "La maturità va cambiata"

Classica disposizione dei banchi per le prove di maturità
Al liceo classico amarezza per Aristotele, allo scientifico rabbia per il problema: la seconda prova è considerata troppo difficile rispetto agli studi. Unico sorriso al pedagogico.



BOLZANO. La seconda prova della maturità era la più temuta dai liceali e mai come quest’anno il timore era ben riposto. Sulla porta del liceo scientifico e del classico, nella canicola di mezzogiorno, è tutto un fiorire di musi lunghi accompagnati da commenti poco oxfordiani. Aristotele da una parte e lo studio di funzione dall’altra sono state delle montagne più ripide di quanto si aspettassero gli studenti e la rabbia è tanta. Ammesse sinceramente le proprie lacune, però, quest’anno più di qualche ragazzo si è spinto più in là chiedendo un sostanziale ripensamento delle prove, considerate troppo sfasate rispetto a quanto effettivamente studiato durante l’anno nelle materie di indirizzo. Unici sorrisi nel buio quelli delle ragazze del Pascoli soddisfatte delle tracce di pedagogia proposte.
 "Il brano di Aristotele era probabilmente quanto di più difficile potesse capitarci" le parole di Sasha Vergolini e Stefano Rossin sulla scalinata dell’istituto di via Longon. "Non è che ci piace lamentarci, ma ci sono proprio delle ragioni oggettive per sostenerlo. Più che di un testo, infatti, si trattava di appunti filosofici con strutture linguistiche praticamente prive di verbo e in gran parte molto complesse. Di solito si spera in qualcosa di più lineare, invece ci hanno davvero messo in difficoltà". Più sereno è Lodovico Ambrosi, ma solo perché frequentando l’indirizzo linguistico ha avuto la fortuna di sostituire il greco con l’inglese e Aristotele con Bolt. "Dovevamo produrre in lingua un tema sulle Olimpiadi di Londra 2012: stimolante e fattibile". Le imprecazioni di alcune ragazze, che i compagni assicurano essere tra le migliori della scuola per preparazione, sono la definitiva cartina tornasole di una prova considerata fuori target.
"Vuole sapere la verità? Questi esami sono totalmente sfasati rispetto a quanto studiamo di matematica durante l’anno" le parole pesanti di Emanuele Messina e Gian Carlo Vincenzi all’uscita dal “Torricelli”. "Purtroppo i fatti dicono che raggiungere gli obiettivi necessari alla sufficienza in questa materia nel quinto anno non è assolutamente una garanzia per raggiungere la medesima sufficienza alla maturità. C’è qualcosa che non va in questo meccanismo e va rivisto. Non lo diciamo per noi che tanto ormai ci siamo messi questo compito alle spalle, ma per la stessa credibilità dell’esame". Concetti duri condivisi dal compagno Alessandro Del Gobbo. "E’ vero. La parte dei quesiti era forse più affrontabile, ma non è possibile trovarsi tutti gli anni di fronte a problemi che chiedono più di quello che possiamo dare. Ormai succede sistematicamente ogni estate: non può essere una perenne mancanza degli studenti".
 L’unico raggio di sole, paradossalmente viste le temperature di ieri, arriva da Firmian dove le studentesse del Pascoli Sara Rossi, Monika Lamonaca e Giorgia Artioli sono ottimiste. "Avevamo una traccia sull’apprendimento individualizzato, una su apprendimento e formazione oltre a una citazione di Freud funzionale a una riflessione sulla psicologia. Tutto fattibile e in linea con quanto studiato durante l’anno scolastico". Proporre delle prove di indirizzo ben calibrate è possibile.
Alan Conti

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