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giovedì 14 giugno 2012

Italia-Croazia, attenzione al piccolo indigesto

Le formazioni proposte oggi nel paginone della Gazzetta dello Sport
L'esaltazione per la buona prova con la Spagna può giocare brutti scherzi contro una nazionale croata tecnicamente valida e fisicamente prestante. Italia chiamata oggi alla conferma.

BOLZANO. Con la Spagna è stata una buona partita. Buona, non ottima né stratosferica come l’ha dipinta qualcuno sull’onda di un entusiasmo che deve ancora trovare tutte le conferme. L’Italia torna oggi in campo contro una Croazia rognosa, tecnicamente valida, fisicamente piazzata e di buon livello. La storia racconta di una sola vittoria contro i croati, quindi l’atteggiamento da grande squadra deve sparire subito perché, sia chiaro, questo match non sarò affatto facile. Il solo punto conquistato con la Spagna, oltretutto, non porta con sé alcuna garanzia perché nel malaugurato caso di sconfitta oggi pomeriggio ci si avvicinerebbe comunque pericolosamente all’eliminazione. Già solo il profilo del biscottone possibile tra Spagna e Croazia all’ultima giornata dovrebbe spronare i ragazzi a un impegno deciso e cattivo: l’esperienza di Svezia-Danimarca non va ripetuta, please. Non dimentichiamoci, infine, che storicamente l’Italia fatica più con le “piccole” per definizione: non solo il biscotto, quindi, potrebbe risultare indigesto.
 Dal punto di vista tattico la sfida dovrebbe vedere gli Azzurri a menare le danze, aiutato dal 3-5-2 caldeggiato dalla vecchia guardia e carrozza della trionfale stagione juventina di quest’anno. I dubbi di formazione di Prandelli sono tutti concentrati in attacco, ma è probabile la conferma dell’undici che ha impattato con la Spagna. Balotelli-Cassano, dunque, il duo da cui ci aspetta un apporto di talento inversamente proporzionale all’acume di alcuni atteggiamenti: se faranno cantare i piedi potranno tenere tranquillamente le bocche cucite che nessuno se ne avrà a male. Dalla panchina, intanto, occhieggia un Di Natale cui basta mezza occasione per schiantarla in rete: evidentemente Prandelli preferisce chi aspetta una chiamata dell’uomo per disinnamorarsi del pallone tra i piedi. Dietro, intanto, De Rossi continua il suo Europeo da stopper con impostazione da libero e testa da centrocampista: per ora funziona e al romanista piace. Qualcosa di più forse, ci si attende dalle fasce dove il potenziale dinamico di Maggio e Giaccherini è certamente superiore di quello, comunque sufficiente, visto a Gdansk. Nel cuore del campo, infine, Marchisio dovrà dare un occhio e se possibile impensierire la punta di diamante croata Modric, mentre da Pirlo e Thiago Motta ci si aspetta più qualità: più dal primo che non dal bradipante stile di gioco del secondo. Avanti Azzurri, piccolo sarà indigesto, ma ci sta tutto in un sol boccone.
Alan Conti

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